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Gleison Bremer, difensore del Torino, è ormai da tempo sul taccuino dei dirigenti dell'Inter. Il ragazzo ha parlato del suo percorso di crescita e delle sue ambizioni nel corso di una intervista concessa ai canali ufficiali del club granata: "Il direttore sportivo Gianluca Petrachi mi voleva davvero. Mi ha detto che sarei cresciuto tanto, era il momento giusto e ho accettato. Mi avevano detto che l'Italia è la miglior palestra per un difensore, a distanza di tempo dico che aveva ragione. La Serie A è il top per un difensore. Mazzarri mi ha dato una grossa mano. Vuole la marcatura a uomo che in Brasile non esiste, mi diceva sempre che in area si deve marcare e bisogna mettersi bene con il corpo. E poi il suo collaboratore Claudio Nitti mi diceva che non giocavo il pallone velocemente. Mi ha fatto migliorare tanto e mi sono fermato spesso al Filadelfia per apprendere i segreti".
"Mazzarri mi diceva sempre di avere pazienza. Io volevo giocare, ma lui mi diceva di aspettare. Aveva ragione lui perché ho seminato tanto e ora sto raccogliendo. La fascia? Per me è un grande onore vestire la fascia. Il capitano è Belotti, ma è tanta roba mettere la fascia. Se mi sento al livello dei più grandi attaccanti europei? Sì, perché sono cresciuto mentalmente e tatticamente. Sono pronto ad affrontarli, sempre. Il sogno? Giocare con la Nazionale. Mi sto allenando bene. Sto facendo il massimo e vorrei giocare il Mondiale in Qatar. Sto aspettando il mio momento e non voglio farmelo passare".
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