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Bruno Longhi: “Agnelli chiede la revoca non per vincere, ma per far perdere l’Inter”

Eva A. Provenzano

Odi e rancori che non c’entrano niente con il calcio. Dopo il 2006, come prima e più di prima, l’Italia del ‘pallone’ si è spaccata in due: l’Inter da una parte la Juventus dall’altra. Un’opposizione di...

Odi e rancori che non c'entrano niente con il calcio. Dopo il 2006, come prima e più di prima, l'Italia del 'pallone' si è spaccata in due: l'Inter da una parte la Juventus dall'altra. Un'opposizione di stile, tradizione, genere e maglia diventata una 'guerra' infinita che non si chiuderà certo il 18 luglio, quando il Consiglio Federale della Figc ufficializzerà il suo verdetto sull'impossibilità ad agire. 

Andrea Agnelli, presidente bianconero - che ha ereditato l'impero calcistico della sua famiglia dopo la caduta della 'triade' e dopo il fallimento della gestione Blanc-Secco-Cobolli Gigli - chiede da un anno (da quando la difesa di Moggi nel processo di Napoli ha usato le intercettazioni di Giacinto Facchetti per tirare dentro Calciopoli l'Inter e per appoggiare la sua teoria basata sul 'tutti colpevoli, nessuno colpevole') la revoca dello scudetto assegnato (automaticamente, senza nessuna richiesta) alla società nerazzurra dall'allora ex commissario straordinario della Federazione Guido Rossi. 

Bruno Longhi, sul blog di controcampo, parla di 'ostinata battaglia' da parte di Agnelli "che non porterebbe comunque alla restituzione dello scudetto del 2006 ma alla cancellazione di quello interista. Non combatte per vincere, ma per far perdere l’odiata nemica di sempre".

La rivalità storica tra juventini e interisti è stata inasprita dalle tante polemiche e rischia di diventare pericolosa: "Quello scudetto - conclude Longhi - è destinato a non smuovere le tifoserie dalle rispettive convinzioni, e nel nome del quale sarà ancor più aspra la rivalità sugli spalti quando bianconeri e nerazzurri si ritroveranno in campo".