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Dimarco: “Mi insulteranno ma stimo Theo. Finale col City? Dolore e orgoglio. Dico a Thuram…”

Eva A. Provenzano Caporedattore 

-Stai tornando dalla pausa per le Nazionali... 

Vestire la maglia della Nazionale è sempre bello. Ovvio ci sono tante gare e devi saperle gestire nel migliore dei modi tra Inter e Nazionale. Quando c'è il campionato puoi gestirle meglio mentre con l'Italia sono tutte gare secche. Stiamo facendo bene, siamo ripartiti bene dopo il brutto Europeo fatto, ci voleva questa ripartenza. Adesso sono cambiati un po' di giocatori in Nazionale. Sono arrivati tanti giovani. È un bene, c'è grande margine per crescere e stiamo contento di quanto stiamo facendo. È un bell'effetto la maglia della Nazionale, non ci sono arrivato presto ma due anni fa con continuità con Mancini. È iniziato un percorso con questo Europeo che non ha reso contenti nessuno. Ma si riparte e si va avanti. 

-Tu hai un percorso incredibile, una storia che ha a che fare con tanti ospiti arrivati qui e alla maglia della Nazionale ci sei arrivato col tempo, hai dovuto passarne un po'...

Sono l'ultimo dei predestinati. Quando sono in campo con la maglia dell'Inter cerco di essere me stesso: come sono in campo sono fuori. Cerco di essere competitivo, di aiutare i miei compagni, di dare uno stimolo in più. Ci sono partite diverse da giocare e do il mio contributo con una parola in più. Mi piace. Devo tanto a quello che ho vissuto nel settore giovanile, quello che mi hanno insegnato le persone che ho incontrato. Sono cose che mi porto in campo e fuori. 

-Tanti ora parlano del tuo talento...

Sempre bello leggere i complimenti. Non mi piace paragonarmi con nessun giocatore, ognuno ha la storia a sé. Poi se ti paragonano a leggende è solo bellissimo ma non mi fa impazzire il paragone. Nel calcio si vive di momenti. Io nell'Inter ho vissuto sia momenti belli che brutti. Quando perdevo una partita o la finale di CL, o il campionato all'ultima giornata, vado in down totale. Quando analizzo le cose cerco di ripartire e quando riparto cerco di fissare una cosa. Dopo la finale di CL persa con i miei amici parlavamo del più e del meno e ho detto che avrei voluto vincere il campionato. Così è andata, una rivincita: seconda stella, è stato veramente bello. 

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