-Tu giochi nella squadra per cui tifi, non succede a tutti...
ultimora
Dimarco: “Mi insulteranno ma stimo Theo. Finale col City? Dolore e orgoglio. Dico a Thuram…”
Fa tantissimo piacere, sicuramente. Se sento le gare di più? Io forse troppo. Però negli anni, da quando sono tornato, pian piano, giocando anche partite di un certo livello ho imparato a gestire le emozioni. Da quel punto di vista lì sono cresciuto molto. Prima giocare il Barça, il Real non era di tutti i giorni, poi è diventata la normalità e diventa il bello. Il brivido più grande per l'ultimo derby (quello dello scudetto.ndr) anche perché era la partita che ci poteva dare tantissimo come togliere, ma è stata una delle partite più emozionanti. In CL ho fatto esordio con il Real ma abbiamo perso e non è andata benissimo. Il suono dell'inno della CL? È unico dà vibrazioni dentro che non si possono paragonare con nulla se non quelle delle Nazionali. È stato emozionante, ma l'emozione cambia dopo poco.
-Cosa succede quando l'Inter perde?
Se c'è una settimana l'incazzatura mi passa dopo due o tre giorni. Quando ci sono le tre partite in una settimana devi azzerare subito ed è più facile. È difficile guardarla da fuori: io sono me stesso, né più e né meno. Ovviamente giocare nell'Inter per me è bellissimo e cerco di dare il massimo. La maglia, l'ho già detto, va trattata coi guanti ma lo penso veramente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA