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Bucchioni: “VAR? Non scomodo Freud, ma per gli arbitri avrei la domanda delle domande”

Daniele Vitiello

Le considerazioni del collega a proposito di arbitri e VAR

Nel suo editoriale per TMW, Enzo Bucchioni ha parlato delle polemiche arbitrali dell'ultimo periodo: "Nella mia ingenuità pensavo che dopo aver risolto il problema del gol-non gol con i sensori nelle porte e quello storico del fuorigioco con sofisticate tecnologie, con l’introduzione del Var gli arbitri riuscissero gradualmente a portare anche i grandi errori prossimi allo zero. E invece no, siamo alla terza stagione e paradossalmente andava meglio tre anni fa quando l’esperimento è cominciato ed era più libero. Domanda banale da uomo della strada: ma se ti danno uno strumento che ti aiuta a sbagliare meno perché tu arbitro non lo usi? O, peggio, fai finta di non averlo? Questa, alla fine, diventa la domanda delle domande. Non voglio scomodare Freud, la psicologia comunque c’entra. Cosa li spinge a un masochismo purissimo che li porta a essere contestati, purtroppo anche insultati o peggio, quando invece potrebbero raccogliere dei bravo e far meglio il loro mestiere? Misteri degli uomini col fischietto che evidentemente soffrono ancora la sindrome del marchese del Grillo riveduta e corretta: “Io sono io e il Var non è un caz…”.

Se chiedi a loro ti dicono di no, che non è vero. Se chiedi a loro sono tutti favorevoli al Var, ma accusano il bieco protocollo che costringe il Var a intervenire in determinati casi, ovvio, ma solamente quando l’arbitro in campo compie un “chiaro ed evidente errore”. Dicasi protocollo, ma più banalmente trattasi delle disposizioni impartite dai signori dell’Ifab, l’organismo che decide le regole del pallone mondiale.