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Ospite negli studi di Sky Sport, Marco Bucciantini ha analizzato la vittoria dell'Inter contro il Torino e il primo posto in classifica dei nerazzurri: "Mettere in campo due prime punte e trasformarle in una cooperativa, non solo per loro ma che lavorano per la squadra, è un grande merito dell’allenatore. Non a caso prima c'era Icardi che non faceva questo lavoro e Lautaro Martinez giocava pochissimo. C’è il lavoro di Conte. Se l'eliminazione dalle coppe rappresenta un vantaggio? L’ultima volta che ha vinto, l'Inter ha vinto tutto. Vincere crea forza. Le squadre che funzionano lo fanno in tutti i campi. Quando cominci a pensare che hai bisogno di libertà settimanale vuole dire che hai un limite, che devi accettare ma può essere un vantaggio. Il realismo è una grande strategia di vita".
L'opinionista si sofferma anche sul gioco dell'Inter: "È prima per gol segnati e tra le prime per i tiri in porta. È una squadra che crea e non è solo cinica. È ultima nei dribbling e tra le prime per km percorsi. Arriva al tiro correndo, creando spazi: non può essere brutta una squadra così! C’è la semplicità del concetto di creare spazi ed andarci, ma non tutte ci riescono perché le altre si oppongono. Loro ci riescono e sono ultimi nelle iniziative individuali, hanno giocatori di fascia come Hakimi e Perisic che non vanno mai al dribbling ma cercano il lavoro in corsa. La partita contro l’Atalanta è stata interpretata con realismo. L’Atalanta ha imposto la sua forza, costringendo l’Inter a stare dietro. Ora l’Inter sa vivere qualsiasi situazione: quattro mesi fa si parlava di piano B. O veniva la sua partita o diminuiva. Adesso sa che a un certo punto si piega dal verso giusto".
Bucciantini chiude con il focus su Eriksen e Sanchez, entrati nella ripresa nella sfida col Torino: "Se il calcio d’angolo contro l’Atalanta va su Skriniar è perché Eriksen lo sa calciare. La posizione di Eriksen e Sanchez nel gol contro il Torino non è un caso, è indole. Loro hanno l’indole di stare lì e passare la palla rispetto a Gagliardini che è bravo, lo vorrei sempre avere. Sa stare in campo e rappresenta qualcosa nel calcio di Conte, ma Sanchez ed Eriksen sono lì per indole".
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