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Gianlugi Buffon, portiere e capitano della Nazionale italiana, dopo la conferenza stampa fatta insieme al ct Ventura al Centro Sportivo Suning, dove si tiene il ritiro degli Azzurri, ha parlato ai microfoni di SkySport e ha fatto un invito particolare ai tifosi italiani che in 72mila arriveranno a San Siro domani sera per il ritorno con la Svezia:
-Che parole ti sei detto in queste ultime ore?
Sono giorni intensi, nei quali si è accesa la spina e bisogna impegnarsi perché questa partita è talmente importante da non poter essere rilassato e ad ogni secondo si pensa a parole e soluzioni per riuscire a ribaltare il risultato.
-C’è fiducia?
Altrimenti sarebbe inutile giocare la partita di ritorno. Siamo una squadra capace di ribaltare questo risultato, ma non possiamo abituarci alla mediocrità, tutto il movimento non può farlo. Cadere nella mediocrità è sempre questione di un secondo. C’è da avere rabbia e questo è l’unico modo che conosco per restare eccellenti e provare a ribaltare la partita.
-I discorsi tra di voi?
Si parla non tanto, il giusto, in maniera propositiva e per condividere. La condivisione aumenta il senso di responsabilità e dà una mano a chi ne ha bisogno.
-Tutti di fronte ad un bivio, ti senti da solo?
No, assolutamente. Mi sento insieme a tanti gli altri ragazzi, allenatore, dirigenti e tutti facciamo parte di questa spedizione che è partita un anno e mezzo fa, poi ci sono giocatori che ci sono da venti anni in Nazionale. Ma qui non vince nessuno da solo. Il calcio insegna a condividere meriti e risultati ed è uno degli insegnamenti belli che dà lo sport.
-Cosa si dirà di te?
Chi sono stato lo deve dire chi ha avuto da me sensazioni, dipende da quello che gli ho passato. Non faccio io il quadro, è un compito che spetta ad altri.
-72mila a San Siro, come sarà?
Ci sarà l’attenzione massima per un buon riscaldamento per essere in partita e guardare a difficoltà che ci sono e saper rispondere. Il pubblico lo dobbiamo trascinare noi, l’unica preghiera che faccio è non arrivare a questa partita con spirito critico a priori. Le critiche si accettano alla fine dell’incontro se è andata male. MA prima è giusta mostrare la bandiera azzurra e tifare per i ragazzi che ci stanno rappresentando e vi posso assicurare che daranno il massimo.
(Fonte: SS24)
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