Intervenuto ai microfoni di DAZN nello speciale dedicato a Massimo Moratti, Nicolas Burdisso, ex centrale dell'Inter, ha parlato così del suo rapporto col presidente: "Quando mi dissero che mia figlia in Argentina era malata, la prima cosa che ho pensato è stata quella di andare là. Moratti mi disse che non era il momento di pensare al calcio: era interessato a sapere giorno dopo giorno come stesse mia figlia. Non faceva compromessi, lui credeva in questa metodologia di lavoro. La gente gli voleva molto bene. Lui si innamorava dei calciatori, ricordo la sua vicinanza ad Adriano, Zanetti o Recoba. Dopo Calciopoli Moratti venne a fare una riunione e ci parlò in modo diverso, da presidente: si aspettava qualcosa di diverso, dovevamo vincere.
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Inter, Burdisso: “Mourinho? Ve lo racconto. Moratti? Dopo Calciopoli ci disse…”
Così l'ex centrale nerazzurro: "Moratti? La gente gli voleva molto bene. Lui si innamorava dei calciatori, ricordo la sua vicinanza ad Adriano, Zanetti o Recoba"
Siena-Inter? C'era una sensazione diversa, dovevamo vincere tre giorni prima ma perdemmo con la Roma. Il primo giorno Mourinho ha fatto una riunione con noi, ci disse che da lì a tre mesi non avrebbe mai ripetuto una sessione di allenamento. Questo andava a dare ancora più spinta alla sua leadership. Nel calcio bisogna saper perdere e aspettare il giro per poi vincere. Io mi ricordo la comunicazione di Jose dopo Manchester, invece che penalizzare cosa non era andato disse che aveva capito cosa aveva bisogno l'Inter per vincere la Champions. E alla fine aveva ragione.
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