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Burgnich: “Ecco la differenza tra Moratti padre e il figlio. Facchetti e Guidolin…”

Friulano vero, anche se in maglia bianconera ha giocato poco, è Tarcisio Burgnich pilastro del calcio italiano e della Grande Inter, partito da Ruda dove è nato. In un’intervista rilasciata a Udineseblog.it l’ex difensore analizza...

Francesco Parrone

Friulano vero, anche se in maglia bianconera ha giocato poco, è Tarcisio Burgnich pilastro del calcio italiano e della Grande Inter, partito da Ruda dove è nato. In un'intervista rilasciata a Udineseblog.it l'ex difensore analizza i momenti di Udinese e della squadra di Stramaccioni: “Non ci si dimentica la friulanità: quando c’è qualche notizia di cronaca nera, o ascolto accuse ai politici che non sono stati onesti, sto davvero male: la nostra terra, la nostra gente è pulita, ci sentiamo molto più vicini all'Austria che all'Italia quasi per tutto, e questo ci insegna molto. Quando c’è qualcosa di positivo venire dalla mia terra ne sono felice, l’Udinese è uno di questi simboli, di cui andare fieri”

L’Udinese che Bugnich ha vissuto, come Zoff, solo per poco: “Io ho esordito con Feruglio, due anni di primavera, poi sono stato aggregato alla prima squadra, a Milano all’ultima giornata del campionato ho esordito contro il Milan con una sconfitta per 7-0. Zoff era con me già dalla promavera, anche lui ha cominciato male, poi la nostra carriera è stata piena di soddisfazioni. Ma credo che i valori che il Friuli ci ha insegnato siano stati importantissimi per emergere anche nel calcio. anche Dino lo dice spesso”.

Burgnich è quindi passato alla Juve:“E’ successo dopo le Olimpiadi di Roma, ma hanno fatto altre scelte a fine campionato e mi hanno ceduto. Boniperti non ne vuole parlare di queste cose, ma il fatto che all’Inter qualcosa ho fatto credo non gli sia mai andato giù!”.

Quindi i nerazzurri: “12 anni a Milano: come oggi era un gruppo nuovo, non è facile ripartire. Oggi come allora gli mancano pezzi da novanta. Quando noi consacrammo gente come Facchetti, Mazzola e Corso, per citarne alcuni, poi tutti sannno com’è andata a finire”

Un’Inter diversa. Qual è la differenza maggiore tra Moratti padre e figlio?“Moratti padre era direttore di un’azienda, Massimo è più innamorato, tifoso e forse questo non va troppo bene. Quando Angelo entrava nello spogliatoio tutti stavano zitti, perfino Herrera”.

Presidenti di altri tempi, come Bruseschi che l’ha voluto a Udine: “Bruseschi era come Angelo Moratti, uno che guardava ai minimi particolari pur amando alla follia la squadra. però stava distante da tutto, faceva l’imprenditore e non il tifoso”.

Si è nominato Facchetti. Un galantuomo che manca al calcio d’oggi: “Il calcio in generale manca di figure come Facchetti, gente che dia esempi. Io personalemente non accetto giocatori con anelli al naso, trasmettono ai giovani brutti valori. Serve serietà, il calcio è un esempio per molti ragazzi, non si può varcare certe regole non scritte”.

Udinese e Inter oggi sono accomunate dal fatto che abbiano una schiera enorme di stranieri. Come la giudica?“Gli stranieri hanno un approccio diverso, non capiscono a pieno il valore di vestire certe mahglie, come quella bianconera, ad esempio. Si dovrebbe comportarsi sempre da furlans, rispettando l’allenatore, rispettando l’avversario e i tifosi,. chi viene da fuori, forse non solo per causa loro, non è così”.

Bugnich invoca un calcio d’altri tempi è riproponibile, seppur con le esigenze attuali? “Era un’altra generazionela nostra, è innegabile: sono i dirigenti e gli arbitri che hanno fatto cambiare il gioco. Una volta c’era rispetto anche per i fischietti, oggi sono succubi, e i calciatori ne approfittano. In fondo è come accade nella vita, dove i bulletti non hanno più rispetto di chi dovrebbe dare regole. Queste ci sono, ma non le applicano. Il calcio è lo specchio dela società: e aggiungo che ai politici va bene così. Vogliono che il calcio sia pieno di insulti, fischi, violenze anche in campo oltre che fuori. Altrimenti, visti i tempi, in molti andrebbero a protestare in piazza e a loro non piacerebbe”.

Un interista dichiarato è Guidolin: “E’ eccezionale, ce ne sono pochi come lui. Un insegnante di valori oltre che maestrodi calcio. Un friulano adottivo, si vede. Dicono che non ha mai allenato una grande? Credo che Guidolin ha fatto le suescelte basate sui valori, non su quelli economici naturalmente”.

Lui come Di Natale ancora il futuro a Udine?“Credo che sia lui sia Di Natale vorramnno migliorarsi, se vanno nellecoppe vorranno stupire, è innato per chi fa questo mestiere”.

Però le coppe passano proprio per la trasferta al Meazza: “L’orgoglio ai nerazzurri domenica non mancherà, hannosbagliato tanto, vorranno almeno finire in bellezza. L’Udinese deve vincere per non avere brutte sorprese, ma senzascordarsi che l’Inter ha valori, ha fatto grandi partite sotto l’aspetto fisico proprio per orgoglio”.