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Era vicino all’Inter, ma poi è venuto a Torino. Com’è andata?
—«È una decisione che era legata al mio sogno, ma era anche quello della mia famiglia. Non volevo andare in un altro club. Ma il mio sogno era venire qui e lottare per questa maglia».
Ha sentito Cuadrado? C’è un colombiano che ha giocato in A che l’ha ispirata?
—«Sono diversi i giocatori colombiani che mi hanno ispirato perché ho avuto la fortuna di vederli giocare, ho anche condiviso il campo con loro, li conosco e mi hanno aiutato a crescere. Per esempio Zapata che mi ha aiutato tanto nel mio percorso di crescita. Sì ho parlato con Cuadrado ci siamo scambiati qualche parola e mi ha detto che ho preso la decisione giusta: non esiste nessun’altra squadra come questa».
Cosa le ha detto Motta e che impressione le ha fatto?
—«Mi ha detto di godermela e di essere me stesso e cercare di diventare un giocatore migliore perché a volte il talento non basta e bisogna lavorare ogni giorno. È una persona corretta ed è stato un bravo giocatore e questo mi aiuterà a capire più cose».
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