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A differenza di quanto accadde un anno fa con Buongiorno.
«Esatto. L’ho detto e ripetuto più volte. Io sono stato felicissimo che Buongiorno sia rimasto, però tenere un calciatore contro la sua volontà è un errore: l’ho commesso in passato con Nkoulou e Belotti e non ho nessuna intenzione di ripeterlo perché sappiamo che alla lunga certe scelte si trasformano in un boomerang. Per Zapata è arrivata un’offerta da 14 milioni, ma l’abbiamo respinta perché Duvan è attaccatissimo alla nostra maglia e voleva restare con noi. Non a caso, Vanoli ha consegnato a lui la fascia di capitano».
Con Pedersen al posto di Bellanova il Toro si indebolisce...
—«Preferisco non parlare di un giocatore che non è ancora nostro. Posso dire che è un buon elemento, che ha qualità importanti e che lo seguivamo già l’anno scorso. Per quanto riguarda Bellanova, all’inizio faticò un po’ e ci fu anche chi lo fischiò, però è stato giusto puntare su di lui, che ci ha ripagato in pieno della fiducia ricevuta».
Non a caso è arrivato in Nazionale...
«Ha lavorato bene con Juric e stava lavorando bene con Vanoli».
Bellanova non ha mai giocato per due anni di fila nella stessa squadra dopo le giovanili nel Milan: Bordeaux, Atalanta, Pescara, Cagliari, Inter e Torino... Perché?
—«Non saprei rispondere, ma lo ribadisco: di lui posso solo parlare bene. Diverso è il discorso del mal di pancia, del quale sono stato informato dal suo agente perché Bellanova non mi ha mai chiamato personalmente. E comunque, se analizziamo il mercato, ci accorgiamo che non vende solo il Toro, eh. Perfino il Bologna, che nella passata stagione si è qualificato per la Champions League, o l’Atalanta, che in questo momento rappresenta certamente un modello, hanno ceduto giocatori importanti».
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