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"Premesso che come molti sanno spesso mi capita di non essere d'accordo con Lotito, stavolta la pensiamo alla stessa maniera". Al telefono con l'ANSA il presidente del Torino e di Rcs, Urbano Cairo, commenta gli emendamenti presentati in Parlamento per aiutare il calcio. "La situazione è sotto gli occhi di tutti: il nostro è un mondo che vive da tempo difficoltà, molto aggravate negli ultimi anni dalla pandemia.
Certo, sono stati fatti sbagli, ma errori di gestione se ne fanno anche in altri settori della società, che pure ricevono aiuti rilevanti dallo stato: penso al tax credit per il cinema, ad esempio (incentivo che peraltro vede escluse le TV come la 7 che danno lavoro a 500 persone con le loro trasmissioni e la cui occupazione andrebbe tutelata come quella del cinema dove il ministro della cultura Franceschini prese molto a cuore i problemi del settore riuscendo ad ottenere supporto)".
Ma a Cairo preme ribadire che quello degli aiuti al calcio e' un discorso sacrosanto. "Il discorso della rateizzazione fiscale per le società, che non è a fondo perduto come i tax credit ma una semplice dilazione, ha un senso, tra l'altro, anche come sostegno ad un comparto che contribuisce in larga parte al mantenimento degli altri sport. Quanto all'idea di modificare la legge Melandri e prolungare da tre a cinque anni la durata dei diritti tv, non è certo un assist a un'emittente TV o un'altra.
Qualsiasi persona di buon senso capisce che è una sacrosanta opportunità per chi investe di ottenere un guadagno grazie alla continuità del progetto. E di conseguenza consente a chi vende di ottenere di più. Mi pare elementare da capire, e se non sbaglio funziona così anche all'estero. In Spagna, ad esempio, dove i diritti tv li valorizzano bene, gli anni di durata sono appunto cinque e sei per quelli internazionali".
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