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Riccardo Calafiori è stata una delle sorprese della grande stagione del Bologna. Il giocatore è apprezzato per la sua duttilità in campo, fuori per il suo aspetto fisico. Bello e impossibile? "Macché bello e impossibile: sono una delle persone più alla mano che ci siano... Molto alla mano", esordisce Calafiori intervistato da SportWeek.
«Ti riferisci a quell’infortunio al ginocchio, immagino. Sì, è vero, magari ho rischiato di fermarmi lì con la carriera ma sai una cosa? A un certo punto, anziché abbandonarmi al piangersi addosso ho fatto altro. Ho lavorato. Sudato. Sperato. E ho pensato ad arricchirmi di quell’esperienza, cercando di trarne benefici e insegnamenti. E sono cresciuto mentalmente».
«I miei ventidue anni sono diversi da quelli di altri ragazzi della mia età. Dipende dall’esperienza, ma sono diversi»
«Sempre. Semmai da grande vorrò fare una cosa soprattutto: viaggiare. Viag- giare sempre, ovunque, vedere tutto. Il posto da sogno che visiterei? Le Hawaii, un sogno appunto».
«Fare delle cose che non ho intenzione né voglia di fare».
«L’affetto e l’amore di una persona».
«A un allenatore che ho avuto al Genoa, Blessin. Mi impegnavo molto, mi allenavo duramente. La presa in giro non la accettavo, non mi è piaciuta».
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