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Calcagno (CorSera): “Così Acerbi è cascato nel trapplone di Allegri. Il rischio…”
Il giornalista Domenico Calcagno sulle colonne del Corriere della Sera ha commentato così i risultati del weekend di Serie A: “Esiste il calcio del campo e un altro calcio che del campo se ne infischia. A noi italiani piace molto il secondo che si preoccupa quasi esclusivamente di arbitri, Var, bilanci, decreti crescita (purtroppo la mancata proroga non è una bella notizia per la nostra serie A), comparazioni senza senso tra giocatori (una buona partita e sei un fenomeno, una scadente e sei un brocco, stesso discorso per gli allenatori) e altre amenità tipo quella di dire che il tuo avversario è favorito sempre. Mourinho, appena arrivato in Italia, disse: a voi italiani non piace il calcio. Intendeva quello del campo.
Poi, essendo un furbacchione oltre che un tecnico pluridecorato e un abilissimo comunicatore, quando è tornato ad allenare la Roma si è ben guardato dal ripetersi buttandosi a capofitto nell’altro calcio. Ammettiamolo, quando al posto dei social c’era il bar sport il livello era decisamente più alto, per contenuti e per educazione.
Anche Acerbi, venerdì, è cascato nel trappolone di Allegri che, ogni volta che può, assegna lo scudetto all’Inter. «Noi dobbiamo vincere per forza? — ha detto il nerazzurro — Ma se da tre anni facciamo mercato a zero quando la Juve ha speso 200 milioni». Rassegniamoci perché il giochetto, per quanto stucchevole, rischia di andare avanti fino all’ultima giornata dimenticando che alla fine vinci (o perdi) per quello che fai sul campo, non per il monte stipendi o le spese sul mercato, magari fatto seguendo un algoritmo. La Juve ha approfittato del pari dell’Inter a Genova battendo la Roma con una partita tosta e un gol di Rabiot. Due sono i punti di distacco tra due squadre che viaggiano a ritmi sostenuti (dovessero vincere nell’ultima di andata la proiezione sarebbe 96 punti per l’Inter, 92 per la Juve), sono squadre diverse, che giocano seriamente a calcio e il loro è un grande duello. Godiamocelo.
Il Milan non accende luminarie — meno che mai le accende Leao —, ma fa i tre punti che voleva contro il Sassuolo, avversario sempre complicato per i rossoneri. Pioli puntella il terzo posto portando a 3 punti il vantaggio sulla quarta (la Fiorentina) e a 5 quello sulla quinta, il Bologna, che ieri ha perso 3-0 a Udine lasciando il titolo di squadra dei miracoli, appunto, alla Fiorentina. Ma anche qui la storia è ancora tutta da scrivere”, si legge.
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