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Leonardo al Psg rappresenta ormai il passato. Ma per l'ex giocatore e allenatore brasiliano, arrivato a Parigi nel 2019 per assumere la direzione sportiva del club della Liga francese, il licenziamento per far posto al portoghese Luis Campos è ancora tutto da metabolizzare.
Una decisione arrivata senza neanche la pubblicazione di un comunicato ufficiale. "Strano? No. Ma trovo un po' patetico salutarsi solo con un 'grazie mille, arrivederci' - ha detto Leonardo in una lunga intervista in esclusiva con il quotidiano francese 'L'Équipe' -. Non era importante, fa parte anche del mio modo d'essere. C'è stata emozione il giorno del mio arrivo, come ora ce n'è per l'addio. Parto con zero amarezza, ringrazio per avere avuto questa opportunità". L'obiettivo mai nascosto del club parigino e della dirigenza qatariota di Nasser Al-Khelaïfi era la vittoria della Champions League. Sotto la dirigenza di Leonardo questo titolo non è mai arrivato. Ma guardandosi indietro, l'ex stella e allenatore del Milan, sente di non aver fallito.
"Avremmo potuto fare meglio - ha sottolineato il brasiliano -. Quest'anno in Champions avremmo potuto segnare di più. Però se ripercorro i miei anni al Psg, vedo che me ne vado con una finale di Champions, diversi titoli nazionali e l'acquisto di Lionel Messi". Proprio sul colpo di mercato, con l'arrivo della Pulce, Leonardo non ha dubbi, perché "all'inizio sembrava insperato, poi l'unico trasferimento della sua carriera è diventato realtà. Un giocatore unico, che viene subito dopo Pelé e Diego Armando Maradona". Leonardo poi ha smentito che il suo addio sia legato al rinnovo di Kylian Mbappé con il Psg. "No, non c'entra - ha sottolineato il brasiliano -. Non mi hanno detto che il mio addio era una condizione per il rinnovo di Kylian. Quel che è certo è che aver mantenuto un giocatore di questo livello, francese e parigino, è un bene sia per la società che per la Ligue 1".
Lo stesso Leonardo non nega che il punto di svolta della sua stagione è stata la rocambolesca eliminazione agli ottavi subita in Champions League contro il Real Madrid. "Eravamo favoriti, le aspettative erano enormi. In estate tutti erano contenti perché sono arrivati tre giovani talenti come Achraf Hakimi, Gianluigi Donnarumma e Nuno Mendes, ma anche stelle come Sergio Ramos, Georginio Wijnaldum, e lo stesso Messi. Poi esci agli ottavi di Champions e ti senti dire che 'fa tutto schifo'". Un addio pacato, ma non sereno quello del brasiliano, che ora guarda al prossimo incarico.
(ANSA)
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