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Caldirola: “Ringrazio la Germania, qui per i giovani tutto diverso. Con Donati…”

Dario Di Noi

All’Inter non ha mai avuto, per davvero, lo spazio giusto per farsi notare e per emergere ai massimi livelli, nonostante la sua crescita con il club nerazzurro fosse cominciata sin da quando il piccolo Luca Caldirola aveva solo 8 anni. Lui,...

All’Inter non ha mai avuto, per davvero, lo spazio giusto per farsi notare e per emergere ai massimi livelli, nonostante la sua crescita con il club nerazzurro fosse cominciata sin da quando il piccolo Luca Caldirola aveva solo 8 anni. Lui, difensore centrale classe ’91, dopo ben 10 anni di giovanili nerazzurre, salvo qualche minima apparizione non ha mai conosciuto l’ambiente della prima squadra. E’ finito più volte in prestito in altri club (Vitesse, Brescia e Cesena) per poi essere definitivamente ceduto al Werder Brema dopo un europeo Under 21 giocata da grande protagonista. L’Inter non ha più creduto in lui ed ha preferito la via della cessione e della plusvalenza.

Così oggi, al termine della sua prima esperienza in Bundesliga, vissuta da titolare fisso, l’ex promessa del vivaio interista ha raccontato le sue sensazioni in lunga intervista esclusiva a gianlucadimarzio.com.

Ecco alcune delle sue parole: “Mi sono ambientato nel migliore dei modi qua in Germania, sto veramente bene. Qui mi trovo molto meglio rispetto all’Italia. Grazie anche a una stagione più che soddisfacente, in cui ho giocato praticamente tutte le partite. Ho stabilito anche un record, di cui sono felice: al primo anno nella storia del Werder Brema sono quello che ha fatto più minuti. Insomma, una stagione positiva che non immaginavo neanche potesse vedermi così protagonista. Non avendo mai giocato in Serie A e arrivando da un campionato di B, pensavo: magari riesco a fare una 15ina di presenze, non credevo di più. Stagione andata oltre le aspettative. Mi sono ambientato alla perfezione, sia fuori che dentro lo spogliatoio. Società e compagni mi hanno supportato, sempre. Anche perché andando all’estero si ha sempre un po’ di paura. Un conto è l’Inghilterra, dove la lingua bene o male si conosce. Ma di tedesco non sapevo neanche una parola, quindi devo dire che sono stato aiutato nell’immediato. E’ soprattutto per questo che mi trovo veramente bene con loro”.

Caldirola ha poi proseguito raccontando le differenze che ormai, dopo un anno di Germania, ha ben recepito tra il calcio tedesco e quello italiano: “Sia nella vita di tutti i giorni che nello sport, credo che i tedeschi siano migliori rispetto a noi. Il calcio viene vissuto con molta meno frenesia, qui di calcio si parla solo la domenica. La gente viene allo stadio, guarda la partita e non si interessa della tua vittoria o sconfitta. Vogliono solo che tu lotti per la maglia. Un esempio? Abbiamo perso 7-0 in casa col Bayern, ho pensato: “Adesso ci aspettano fuori dallo stadio”. Invece, siamo usciti tra gli applausi. Sono rimasto molto colpito di questa cosa, in Italia è difficile che succeda dopo una sconfitta così eclatante. Anche a Mainz è successo: abbiamo perso 3-0, ma i tifosi sono rimasti nello stadio un’ora e mezza dopo il fischio finale a cantare. Ci hanno aspettato e ci hanno chiamato sotto la curva, ci hanno applaudito e incitato. Sono cose che mi colpiscono, perchè in Italia non accadono. Qui la gente è sempre molto calma. Non corrono, mai. Qui in macchina vanno a 30 km/h, anche perchè appena vai un po’ oltre c’è subito la multa (ride). Vanno tutti piano, si aspetta il verde e si parte tranquillamente. Un’altra cultura, credo che soprattutto dal punto di vista calcistico si debba imparare molto da loro”.

Imparare molto, dunque, soprattutto per come - in Germania - si comportano con i giovani: “In Italia siamo molto più organizzati tatticamente. Qua delle partite ogni tanto finisco 5-3, 4-2…cose che al di là delle Alpi si vedono raramente. La grande cosa positiva è che ci sono tanti tanti giovani che hanno la possibilità di giocare. Per esempio, Julian Brandt del Leverkusen, del 1996, ha trovato un posto da titolare in squadra e ora si gioca la Champions League a 18 anni. E ancora Volland, Firmino…tanti giocatori giovanissimi che hanno qualità da vendere. Ecco, magari a livello tattico stiamo meno attenti rispetto all’Italia, però grazie alla mentalità tedesca ho trovato posto sin da subito".

Un altro ragazzo, ex Inter, che è andato incontro ad un destino molto simile a quello di Caldirola è - senza dubbio - Giulio Donati, terzino destro del Bayer Leverkusen cresciuto nella primavera interista e ceduto sempre la scorsa estate dopo l’europeo in Israele con l’Under 21. Caldirola ha parlato così del suo ex compagno ai tempi dell’Inter: “Mi sento spesso con Giulio, l’ho chiamato appunto qualche giorno fa. Quest’anno ci siamo visti poco perchè lui giocava la Champions in settimana. Però siamo a tre ore di distanza, quando ci si può vedere non esitiamo. Quest’anno col Werder sapevamo non sarebbe stato facile, ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, la salvezza. L’Europa…si, è un sogno. E’ stata una grande stagione a livello di squadra, siamo comunque arrivati a soli 10 punti dalla zona qualificazione. Ci piacerebbe arrivare in Europa la prossima stagione, anche perchè con molte ce la possiamo giocare”. 

La chiosa, infine, Caldirola l’ha dedicata ai momenti più emozionanti di questa annata, accompagnati da sentiti ringraziamenti verso colori i quali gli hanno concesso quello spazio e quella possibilità che il calcio italiano gli ha negato: “L’esordio, senza dubbio, è stato il momento più emozionante. Devo dire che mi ha fatto molto piacere vincere i due derby contro l’Amburgo, così come trionfare all’ultimo secondo nella sfida al Norimberga. Ce ne sono stati tanti di momenti, tutti affascinanti. Qui ho trovato spazio e sono felice, questo conta più di tutto”.