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La quinta vittoria in trasferta è tra l’altro fondamentale anche per prepararsi al meglio alle prossime due di campionato, che andranno in scena dopo la sosta. In casa di Juventus e Napoli. Un passaggio se non decisivo comunque delicatissimo, e indicativo, nella corsa che si sono immaginati i dirigenti. “Seconda stella, questo è il cammino” cantava Bennato, ed è su queste note che Calhanoglu e Lautaro hanno piazzato i loro acuti. Perché se la rete dell’attaccante è stata di una bellezza accecante, per precisione e potenza, non può passare sotto silenzio la prodezza di Calhanoglu in occasione del gol che ha aperto la gara. No, naturalmente non il rigore, peraltro piazzato senza esitazioni. Ma piuttosto il lancio senza guardare che ha spalancato la strada a Darmian. Nel calcio, si dice, ci sono quelli che fanno sembrare facili anche le cose più difficili.
E poi quelli che immaginano calcio. E Calhanoglu, con quell’apertura alla Pirlo, ha - se non completato - comunque arricchito la sua trasformazione, esattamente come il nostro regista mondiale. Un altro che arretrando di trenta metri ha scoperto una nuova vita calcistica. Quella che al turco ha regalato Inzaghi, capace con il nuovo playmaker di celebrare una vocazione al gioco verticale che prima l’Inter non aveva. Ed è così che il potente diesel nerazzurro ha adesso uno spunto che gli permette di rovesciare il campo in cinque secondi. Una ricchezza se hai gente come Dumfries o Thuram, che strappano in continuazione la ragnatela avversaria. E non solo. Perché l’allungo, come dicevamo, c’è stato in classifica anche sul Milan, adesso a sei punti.
Il frutto della seconda sconfitta consecutiva in casa per Pioli contro il bianconero. Dopo la Juve stavolta è stata la volta dell’Udinese di un bravissimo Cioffi, che ha festeggiato - pensate un po’ - la prima vittoria in campionato. E non bastano le assenze, anche se pesanti, a giustificare una partita completamente sbagliata. E se il fischio dell’arbitro Sacchi sul rigore ha lasciato molti dubbi e ha fatto infuriare i rossoneri, i fischi finali del pubblico hanno avuto però il sapore di una sentenza”, si legge.
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