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Calori: “Inter? Ad Inzaghi serve uno come me. Vi racconto quel 14 maggio 2000”

Marco Astori

Le parole dell'ex calciatore che fece perdere lo scudetto alla Juventus nel 2000 a discapito della Lazio di Simone Inzaghi

Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, Alessandro Calori, ex calciatore, ha raccontato il suo gol quel 14 maggio 2000 che fece perdere lo scudetto alla Juventus nel 2000 a discapito della Lazio di Simone Inzaghi: «Era la Juve dei fenomeni: Zidane, Del Piero, Inzaghi, Conte, Davids. Nel primo tempo falliscono tanti gol, andiamo al riposo sullo 0-0. Noi tranquilli e già salvi, a loro sale l'emotività. Poi viene giù il diluvio, si allaga tutto. Collina non sa che fare, chiama i superiori, aspetta. Erano anni di feroci polemiche arbitrali, non si poteva sospendere. Mazzone non aveva fatto discorsoni alla vigilia, il presidente Gaucci minacciò di portarci in tournée in Cina se non avessimo vinto. Collina decide: si gioca, ripartiamo».

Minuto 5 della ripresa, Calori cambia la storia scudetto.

«Dissero che ero stato fortunato, che avevo colpito la palla male, incolparono Van Der Sar. Ma sulla respinta della difesa stoppai di petto e infilai all'angolino: feci un gran gol, altroché tiro ciabattato».

Che le dissero gli juventini? «Nulla, non li vidi. Non era colpa mia, né nostra, se avevano perso il campionato. Era successo l'imponderabile, come il 2-3 di Roma-Lecce».

Come fu il dopo gara?

«Finito il diluvio iniziò una tempesta mediatica. Non riuscivo più a uscire dallo stadio, andai via non so dopo quante interviste. Era successo qualcosa di storico, si percepiva. Era stata una settimana folle, mai viste tante tv a Perugia».

Inzaghi vorrebbe rivincere un altro scudetto così.

«Sperano in un altro Calori, lo immagino. Ancora non mi capacito di come la Juve abbia potuto perdere, aveva campioni che avevano vinto scudetti, Champions, Mondiali. Non volevano arrendersi all'imponderabile: la verità è che non concepiamo possa esistere, ma a volte accade. Al Milan, se la partita si mette male nel primo tempo, salirà la pressione. Non hai una seconda chance e non sempre vince il migliore. In settimana saranno fondamentali Ibra e Giroud per guidare i più giovani. Il campionato però ha dimostrato che può succedere di tutto».