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Campagnaro: “Una carriera in ascesa, che gioia il Mondiale! Saremo grandi e…”

L’interista Hugo Campagnaro, faro della retroguardia argentina che domani esordirà finalmente nel Mondiale brasiliano (contro la Bosnia), proprio in previsione della competizione che per l’Albiceleste scatterà tra pochissime ore, si...

Dario Di Noi

L'interista Hugo Campagnaro, faro della retroguardia argentina che domani esordirà finalmente nel Mondiale brasiliano (contro la Bosnia), proprio in previsione della competizione che per l'Albiceleste scatterà tra pochissime ore, si è concesso in una lunga intervista al Clarìn.

Hugo, innanzitutto, è partito raccontando brevemente la sua storia, per poi rispondere alle varie domande postegli dai giornalisti del quotidiano argentino: "Mi è capitato di lottare molto da giovane. Quando giocavo nella Liga di Ascenso, per me era molto difficile emergere da quella categoria, soprattutto perché non era tanto osservata come lo è adesso. Per fortuna, però, mi mise sotto contratto il Piacenza per la Serie B italiana e così ebbi la possibilità di arrivare alla Sampdoria all'età di 27 anni, dove tutto per me divenne più facile. Successivamente cambiai di nuovo città: ho fatto molto bene a Napoli per quattro anni, dopo i quali è arrivata l’opportunità Inter. Penso che la mia carriera sia andata progressivamente a salire, un successo continuo, e ora giocare un Mondiale a quasi 34 anni è il grande coronamento di un percorso: è una gioia enorme per me, una gioia immensa"

Mai pensato per un attimo di non poter salire sull’aereo della Nazionale, quando le voci ti davano a rischio?

"Non sono mai stato sicuro di esserci a questo Mondiale e questo, tuttavia, è stato un bene, perché mi ha aiutato a dare sempre il massimo. Non ho mai avuto certezze né sicurezze. Allo stesso tempo non mi hanno mai fatto promesse e tutto ciò ha fatto in modo che non perdessi questa possibilità e che cercassi di dare il meglio in ogni allenamento".

Quando ti sei detto: “Sono nella lista dei 23”?

"Ripeto, non sono mai stato sicuro di niente, ma guardavo tutto con grandissime aspettative. Sapevo che avevo bisogno di essere positivo e ottimista, sapevo di dover fare ogni cosa nel modo migliore possibile e che così il tecnico avrebbe potuto darmi una possibilità".

I difensori saranno messi a dura prova nel Modiale? Visto che la squadra sembra un po’ sbilanciata, con un atteggiamento offensivo portato più che altro ad atttaccare.

"Tenendo conto della qualità dei giocatori che abbiamo in attacco, penso che impostare un assetto difensivo in partita sarebbe un errore per noi. Dobbiamo cercare di sfruttare i giocatori che abbiamo, giocatori dal talento incredibile. Perciò ci daranno una mano a proteggerci bene dietro. Ad ogni modo, se si esaminano le partite, siamo arrivati primi nel girone di qualificazione e abbiamo vinto gare amichevoli con Italia, Germania e Svezia, ossia top team di primissimo livello, e il nostro schema in questi incontri ci ha spesso dato ottimi risultati".

Ti da benefici giocare dietro in una linea a 5? Nell’ultima conferenza stampa che tenesti in Argentina, ha rimarcato come da 7 anni ormai tu stia giocando in una linea difensiva a tre.

"La verità è che giocare in una linea a tre, è esattamente uguale al giocare centrale in una linea a quattro. Io personalmente posso adattarmi in qualsiasi posizione, e questa è una cosa importante, soprattutto quando le possibilità di giocare sono ridotte a 23 giocatori".

A livello individuale, questa difesa può dare sicurezza e buone prestazioni alla Seleccion?

"Se guardate il campionato di ogni giocatore, abbiamo avuto tutti una buona stagione. Siamo arrivati ​​a questo appuntamento in grande condizione fisica, calcistica e psicologica, il morale è alto. Siamo davvero nella condizione ideale per fare bene".

Questo può essere il Mondiale dell’Argentina?

"Questa è una competizione molto breve, dove tutto può accadere. Ma sicuramente, con certezza, la squadra sa di avere le caratteristiche giuste per fare un grande Mondiale".