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Niente italiani, ma tre “italiani” tra virgolette: Lautaro, Calhanoglu e Lookman.
«Lautaro non si discute, è una ricchezza dell’Inter, ha vinto lo scudetto e la Coppa America. Non tradisce mai, anche in nazionale fa sempre la differenza. E poi segna, si sacrifica, ma soprattutto ha fame. Mi auguro che l’Inter e la Serie A non lo perdano mai. Quando ti chiedi chi dei nostri giocherebbe nel Real o nel City, dici Lautaro e forse nessun altro…».
Calha è un gran regista.
«Ha qualità notevoli e fa bene anche con la Turchia».
Sorpreso da Lookman?
«Non dopo i tre gol in finale. Comunque, la sua stagione è stata incredibile».
A chi dà il Pallone d’oro?
«A Vinicius o a Bellingham che però, nella seconda parte della stagione, non è stato all’altezza della prima».
In campionato sarà ancora Inter?
«Sicuramente la favorita, perché non ha cambiato niente. Le altre sono tutte cantieri. Certo non mi aspettavo un Milan così, ma il calcio d’agosto illude. È chiaro che c’è confusione: sei gol presi allo stesso modo, sarà il caso di lavorarci su, no?».
L’ammutinamento di Theo e Leao?
«Mi pare se ne parli troppo, nascondendo così i veri problemi. Erano appena entrati, non avevano sete. Se l’allenatore aveva bisogno di parlare con loro li avrebbe chiamati».
Meglio la Juve.
«Ha fatto un grande mercato, da Juve. Mi ha sorpreso Chiesa al Liverpool, non me l’aspettavo. Però, dopo l’entusiasmo dei primi giorni, ora Motta deve inserire presto e bene i big, sennò è difficile».
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