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Canovi: “Inzaghi migliora i giocatori, Ausilio li paga poco. Pavard top mondiale”

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"Marotta sta replicando i grandi risultati ottenuti con la Juventus. Ha grandi capacità organizzative e difficilmente commette errori", spiega Canovi
Matteo Pifferi Redattore 

Dario Canovi, agente FIFA, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport nel corso della quale ha parlato anche del modus operandi dell'Inter:

«Fare calcio sembra una cosa molto semplice. Molti presidenti arrivano e dopo due giorni pensano di saper tutto. Da qui nascono alcuni clamorosi errori. La verità è che per fare calcio ci vogliono anni di esperienza e doti particolari. È un gioco, ma anche e soprattutto un business. Quando mi chiedono consigli su come intraprendere la carriera di procuratore, consiglio di studiare per diventare dirigenti. Nel calcio ci sono pochi dirigenti che fanno la differenza».


Chi l’ha colpita maggiormente tra i calciatori dell’Inter?

«Mio figlio minore fa lo scout. Tanti anni fa mi parlò in termini entusiastici di Pavard, come tra l’altro da poco ha fatto di Bisseck. Per me il francese è uno dei più forti difensori del mondo. L’Inter non l’ha pagato poco, ma nemmeno per quello che vale. A livello di cartellino il suo prezzo è molto superiore a quanto sborsato dai nerazzurri per farlo arrivare a Milano».

Canovi: “Inzaghi migliora i giocatori, Ausilio li paga poco. Pavard top mondiale”- immagine 2

L’Inter era stata sottovalutata?

«Credo che lo sia stato tutto il calcio italiano, anche da un punto di vista economico».

Quel “Dove sono io aumentano i ricavi e vengono vinti i trofei” pronunciato lo scorso anno da Inzaghi, è realtà.

«C’è la sua mano, ma sicuramente anche l’intuito di Ausilio e Marotta, visto che molti calciatori sono stati presi a parametro zero o a costi molto bassi».

Effetto Inzaghi e non solo.

«Assolutamente. Molti giocatori sono arrivati da svincolati. E oggi valgono molto, ma molto di più di quanto sono stati pagati».

Il calciomercato, in generale, può andare sempre più verso questa direzione?

«Sicuramente c’è una questa tendenza da parte di alcuni procuratori, ma pure delle società. All’estero esiste di più l’idea che si stili un contratto e si arrivi poi alla sua naturale scadenza. È però un effetto abbastanza innaturale. Arrivati allo svincolo, si pensava si sarebbe abbassato il prezzo dei giocatori, ma questo non è avvenuto. Il club oggi acquista il contratto di un giocatore. Una volta compravi il cartellino, ora gli anni di contratto del giocatore. Dalla sentenza Bosman in poi è stato sempre così».

Cosa pensa del gioco dell’Inter?

«Credo che i nerazzurri, insieme al Bologna, esprimano il miglior calcio della Serie A. Poi un conto è farlo con i giocatori dell’Inter, un altro con quelli rossoblù, che hanno un’ottima rosa, ma che non può essere paragonata a quella di Inzaghi».

Cosa pensa del tecnico piacentino?

«È una persona molto seria e un allenatore concreto. Una sua grande qualità è che è migliorato e continua a migliorare, questo significa intelligenza. Una volta Cerezo mi disse: “Vorrei finire di giocare il giorno in cui finirò di imparare”. Credo che Inzaghi ragioni in questa maniera. Si impara sempre, da chiunque, anche da chi è meno bravo di te. Simone ha imparato dai suoi errori, ne ha tratto i giusti insegnamenti».

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Vale lo stesso per Marotta e Ausilio, che oggi fanno di necessità virtù e hanno costruito con poco un’Inter da finale di Champions?

«Io sono sempre stato un loro ammiratore. Sono tra i dirigenti più bravi a livello internazionale. Marotta sta replicando i grandi risultati ottenuti con la Juventus. Ha grandi capacità organizzative e difficilmente commette errori, anche di immagine. È sempre la persona giusta al posto giusto. Ausilio ha sempre trovato calciatori validi. Prese Motta dal Genoa per 10 milioni, allora una cifra irrisoria per il valore di Thiago».

L’Inter vincerà lo scudetto?

«Qualcuno a inizio stagione disse che i nerazzurri avrebbero vinto il campionato con 20 punti di vantaggio. Ero e sono d’accordo. La rosa dell’Inter è molto, ma molto, molto più forte della rosa di ogni altra squadra. Con Inzaghi che è bravo a tenere buoni quei giocatori che giocano meno».

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