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Capello: “Dimarco assenza che peserà. Chiesa conditio sine qua non, serve coraggio”

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L'ex tecnico, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato della sfida di questa sera contro la Svizzera
Andrea Della Sala Redattore 

L'ex tecnico Fabio Capello, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato della sfida di questa sera contro la Svizzera

Li ho visti giocare dal vivo, e sono convinto che sottovalutare gli uomini di Yakin diventerebbe un errore pericolosissimo. La Svizzera ha tutto quello che serve per metterci in difficoltà, a partire dall’atteggiamento in campo: squadra compatta, solida, umile, che gioca semplice. E se c’è una cosa che si è capita presto in questo Europeo è che chi fa le cose semplici ottiene risultati. I nostri avversari non hanno campioni da copertina ma sono attrezzati in tutti i reparti: Freuler e Xhaka sono una coppia di centrocampo assortita, completa, fanno girare tutta la squadra.


Che Italia servirà? Direi una Nazionale a incastro: la concretezza e la capacità di creare occasioni che si sono viste per 70 minuti nel match d’esordio con l’Albania, la voglia e il carattere emersi dopo il gol di Modric nella notte di Lipsia. È come se quella rete avesse acceso una fiamma: il fuoco azzurro bruciava sempre di più, fino alla bellissima azione nella quale Calafiori si è vestito da rifinitore e Zaccagni ha disegnato quell’arcobaleno che ha cambiato il nostro destino. Ecco, mi auguro che quella fiamma sia rimasta viva e ci accompagni anche oggi a Berlino. È una città magica per la storia della Nazionale, con l’atteggiamento giusto possiamo rinnovare la “tradizione” anche stavolta.

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Spalletti dovrà fare i conti con l’assenza di Dimarco, che peserà: sapete come la penso su Federico, quando avanza sulla fascia può nascere sempre qualcosa di interessante. Sapete anche cosa penso dell’altro Federico, quello che un Europeo lo ha già vinto e che proprio tre anni fa cominciò a segnare negli ottavi di finale, con un gol pesantissimo contro l’Austria: se vogliamo colpire e affondare la Svizzera, Chiesa è la nostra conditio sine qua non . Deve azzannare la partita da subito, e farlo con le sue armi: dribbling, strappi in velocità, coraggio. Il suo ingresso in campo con la Croazia ha cambiato volto alla nostra partita, questa volta Fede può e deve essere decisivo giocando dall’inizio. Anche perché ritengo che il fianco sinistro sia la parte più vulnerabile della Svizzera: Chiesa ha tutto per mettere in difficoltà gli avversari nell’uno contro uno e mandare in tilt l’organizzazione della squadra di Yakin.

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Più dei singoli, però, conterà lo spirito di gruppo, e su questo terreno, nelle giornate giuste, abbiamo pochi rivali: quando la Nazionale si compatta, non esistono ostacoli impossibili da superare. Lo dice la nostra storia. È da qui che dobbiamo cominciare a scrivere un’altra pagina da romanzo questo pomeriggio all’Olympiastadion. Uniti in campo, liberi nella testa: da quando l’Italia di Spalletti ha messo piede in Germania ho avuto l’impressione che, durante le partite, gli azzurri siano troppo preoccupati di rispettare le consegne tattiche dell’allenatore. Il risultato è una squadra poco pratica, perché pensa troppo. Quella stessa squadra, però, ha dimostrato che di saper liberare sul campo idee, aggressività e voglia di osare. E quando succede diventa difficile contenerla: Modric e compagni ne sanno qualcosa. Perciò, cari azzurri, siate liberi di osare anche oggi. Con coraggio si va lontano.

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