"Non c’è ancora un gioco ben codificato e gli azzurri si sono espressi più per tentativi che per fluidità di manovra", sostiene Capello
Fabio Capello, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, ha commentato così l'amichevole vinta dall'Italia con la Bosnia:
"L’1-0 della Nazionale alla Bosnia ci mette in viaggio per la Germania con un paio di certezze in valigia: difenderemo il titolo conquistato nel 2021 con un Donnarumma formato Wembley e con un Frattesi in più nel motore, sempre pronto a colpire, da titolare o da subentrato non fa differenza. Il resto, però, lascia spazio a qualche riflessione. Perché è vero che vincere aiuta a vincere, ma a meno di una settimana dal nostro debutto all’Europeo ho l’impressione che questa Italia sia ancora un cantiere aperto. Spalletti ha avuto poco tempo per plasmare una Nazionale a sua immagine e somiglianza e nel test di ieri si è visto: non c’è ancora un gioco ben codificato e gli azzurri si sono espressi più per tentativi che per fluidità di manovra, la coordinazione difensiva non sempre ha funzionato come dovrebbe e un paio di disattenzioni hanno rischiato di mandare in gol gli avversari. Solo un Gigio al top ha evitato la beffa con due grandi interventi, uno per tempo.
Il ritmo tenuto dall’Italia contro la Bosnia — e allo stesso modo nell’altra amichevole, quella pareggiata 0-0 con la Turchia — non è ancora un ritmo da grande torneo internazionale: ecco, alzarlo sarà la prima missione da portare a termine in vista del debutto di sabato con l’Albania. Perché da adesso si fa sul serio: incontreremo avversarie che andranno molto, molto più veloce di quanto non abbiano fatto gli azzurri in questi test. Avremo di fronte rivali affamati di successo, pronti a castigarci al primo errore. E allora servirà un’Italia decisamente più coraggiosa di quella vista ieri sera: al Castellani abbondavano i passaggi laterali mentre la ricerca della verticalità era merce rara. Pochi cambi di campo (qualcosa si è visto con l’entrata in campo di Dimarco). Soprattutto, poche invenzioni, dribbling, uno contro uno: ad eccezione di Chiesa, gli azzurri sembrano fin troppo timidi nel prendere l’iniziativa e puntare l’avversario. E con un atteggiamento tanto prudente si rischia di non andare lontano. Da sabato servirà voglia di osare e di colpire: abbiamo le qualità e il c.t. giusto per riuscirci, aspettiamo fiduciosi.
La base sulla quale costruire non manca, perché Donnarumma ha fatto vedere di essere sul pezzo già adesso: Gigio è stato una colonna dell’Italia campione d’Europa nel 2021 e può esserlo anche in Germania. Davanti a lui c’è una difesa che va ancora registrata: l’infortunio di Acerbi è una perdita importante, a Spalletti manca un leader in grado di guidare il reparto come avrebbe potuto fare l’interista. Tra Turchia e Bosnia il c.t. ha fatto esperimenti, ruotando gli uomini e cambiando assetto: non abbiamo preso gol, e questo è un aspetto che pomperà fiducia nella testa e nelle gambe dei giocatori, ma occorre ridurre al minimo le disattenzioni che si sono viste anche ieri sera. In avanti Scamacca ha mostrato quello che potrà diventare quando si farà sul serio: ha un ottimo senso della posizione, ha velocità di tiro, se servito bene dai compagni può fare ottime cose. Chiesa va rivisto: Spalletti lo ha avvicinato alla porta anche per variare il suo gioco e permettergli di entrare di più nelle azioni offensive, l’assist di ieri è un buon segnale ma servirà di più anche da parte sua. Frattesi è il giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero: è dinamico, ha capacità di inserimento e vede la porta. È soprattutto a centrocampo che questa Italia deve crescere: il ritorno di Barella può cambiare volto alla squadra e farle ritrovare la verticalità mancata ieri.