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Capello: “Inter unica a fare un certo tipo di calcio: pressing lo fa eccome. Inzaghi attento a…”

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Dell'inizio dell'Inter di Inzaghi e del gioco espresso dai nerazzurri ha parlato l'ex tecnico Fabio Capello a La Gazzetta dello Sport
Andrea Della Sala Redattore 

Dell'inizio dell'Inter di Inzaghi e del gioco espresso dai nerazzurri ha parlato l'ex tecnico Fabio Capello a La Gazzetta dello Sport

Partiamo dalla classifica: sorprende?

«Mi sorprende il nostro Milan. Dopo un anno da squadra sbilanciata, poco ordine e tanti gol subiti, è ripartito allo stesso modo, senza equilibrio. E già rincorre l’Inter. Come mi diceva sempre l’amico Ottavio Missoni: “Xe colpa del centrocampo”».


In testa Inter e Juve: chi vi ha colpito di più?

«Due allenatori coraggiosi, Motta e De Rossi. Uno ha tenuto fuori Danilo, il capitano dell’anno scorso; ha rinunciato a Chiesa; ha puntato sui giovani che aveva allenato nel precampionato e ha già fatto vedere attenzione tattica. L’altro ha tenuto fuori Dybala perché cercava un certo tipo di equilibrio. E l’ha trovato».

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Da allenatori: avreste fatto come Motta? Tutti i nuovi in panchina?

«Pochi, molto pochi. Si gioca più con il portiere e i passaggi laterali che con gli attaccanti. Moderno è il gioco della Spagna, del City, dell’Arsenal: tengono la palla se c’è da tenerla, poi guardano sempre in avanti e vanno ad altro ritmo, altra velocità. Guardavamo incantati i numeri che Zirkzee faceva con il pallone, ora se ci prova con lo United lo perde. Finora ho visto soltanto l’Inter proporre un certo tipo di calcio. Io li ho visti fare anche un pressing convinto con tutti: rabbia, voglia, quando decidono di recuperare palla hanno scatti furiosi. E tutti insieme: attaccano anche i difensori».

Favorita per lo scudetto?

«È la più pronta, la più completa, la più collaudata nel sistema di gioco. La cosa più difficile per Inzaghi sarà il turnover, occhio all’errore che fece in casa del Benfica cambiando più di mezza squadra: si cambiano due-tre giocatori, al massimo».

Provocazione: e se quest’anno segnasse più Thuram di Lautaro?

«Lautaro tecnicamente è più forte, Thuram deve migliorare in quello ma è partito forte. Sarà un bel testa a testa».

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Lautaro è da Pallone d’oro?

«Ancora no. Per me il Pallone d’oro è il migliore del mondo: oggi voterei uno fra Rodri e Vinicius».

Quello che ha pensato Capello del comportamento avuto sabato da Leao e Theo Hernandez, lo ha fatto capire bene in tv...

«Sbattevano i piedi, come chi fa i capricci».

 

 

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