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Capello: “Scudetto? Inter irraggiungibile. Per il primo posto è finita quando…”

Marco Astori

Le parole dell'ex allenatore: "È stata una serie A in cui la differenza l'hanno fatta il numero dei positivi, le paure, gli infortunati"

Lunga intervista concessa da Fabio Capello, ex allenatore, ai microfoni de Il Mattino. Il tema principale della discussione è stato il campionato di Serie A, che, secondo il tecnico, è in mano all'Inter.

Capello, che giudizio dà a questo secondo campionato ai tempi del Covid?

«È stata una serie A in cui la differenza l'hanno fatta il numero dei positivi, le paure, gli infortunati e il momento in cui sono arrivati gli stop per qualche calciatore importante. Ed è evidente che chi ha avuto a disposizione una rosa più ampia, ne ha tratto i maggiori benefici».

«Lo è. La lotta per il primo posto è finita quando il Milan è caduto a La Spezia».

Ha parlato di stagione condizionata dagli infortuni. Sotto questo punto, il Napoli deve avere rimpianti?

«Molti, molti, molti (lo ripete tre volte, ndr). Davvero un peccato per Gattuso perché tutte quelle assenze importanti non hanno consentito alla sua squadra di esprimersi come avrebbe potuto. Ha subito delle critiche esagerate e ingiustificate. Pure la strada dell'Inter si sarebbe fatta in salita se uno tra Lukaku o Lautaro Martinez fosse stato fuori un mese o due. Come è successo al Napoli con le sue punte».

Gattuso difficilmente resterà al Napoli. Un destino comune in serie A dove in tanti sembrano insoddisfatti del proprio tecnico.

«Non mi sorprende, a metà campionato mi pare che anche la permanenza di Antonio Conte era stata messa in discussione all'Inter. Non siamo mai contenti, poi quasi sempre dopo ce ne pentiamo del cambiamento».

Brutto segno un campionato dove la differenza la fa ancora Ibrahimovic che ha, però, 39 anni?

«Lui è un fuoriclasse vero, infatti va con la Svezia e fa la differenza anche lì. La cosa veramente triste è che tutti i campioni a fine carriera che vengono da noi come Ribery o Sanchez arrivano e fanno la differenza. Vuol dire che è la nostra base che non riesce a mettersi in evidenza. Ho visto l'Under 21. Ci sono ragazzi interessanti ma mica tutti giocano titolari nei propri club. Ecco, i miei ex colleghi abbiano più coraggio, perché alcuni di questi ragazzi valgono di più di qualche straniero arrivato da noi».