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Capello: “Inter la più forte. E’ lei la peggior avversaria di se stessa perché…”

Marco Astori Redattore 

Le parole del tecnico: "Il campionato attuale è più equilibrato: vedo in corsa l’Inter. È la squadra più forte"

Fabio Capello, ex allenatore, ha concesso un'intervista ai microfoni del Corriere della Sera. Queste le sue parole sulla corsa scudetto in Serie A: «È un torneo diverso rispetto a quello passato quando il Napoli e il suo allenatore avevano compreso subito quale fosse la strada giusta da percorrere per vincere. Il campionato attuale è più equilibrato: vedo in corsa l’Inter. È la squadra più forte, il Milan è più strutturato rispetto all’anno scorso e la Juventus che, senza coppe, può concentrare gli sforzi sullo scudetto».

La peggior avversaria dell’Inter è se stessa?

«Sì, perché come già è successo in passato ogni tanto sbaglia a sentirsi troppo forte e sottovaluta l’avversario. Parlo per esperienza, l’aspetto più difficile quando si guida una squadra nettamente superiore alle altre è tenere i giocatori in tensione. In frangenti del genere devono essere i calciatori di maggior carisma a dare una mano all’allenatore: io ho avuto Raul al Real e Baresi con Maldini al Milan».

La Juve può dare fastidio?

«Per cominciare, Allegri ha sistemato la difesa. Ora pare aver ritrovato la solidità tipica delle sue squadre. Poi deve sperare di avere a disposizione i due attaccanti, Vlahovic e Chiesa, ottimi ma di salute cagionevole. Detto questo, la perdita di Pogba è pesante e a gennaio serve un innesto che dia fantasia. Berardi in tal senso è uno che garantisce qualità».

Si aspettava il Napoli così nella bufera?

«No, ma Garcia ha voluto cambiare tutto, l’approccio alla gara, il tipo di gioco. I calciatori hanno faticato a digerire i mutamenti, così sono entrati in rotta di collisione con lui. È un vero peccato, perché la squadra è forte».


Lo considera già fuori dai giochi per lo scudetto?

«No, il tempo per riaggiustare la situazione c’è ma allenatore e squadra devono trovare un punto di incontro, anche se sarà fondamentale l’intervento della società. Quando i giocatori annusano che un tecnico non ha la fiducia del club, ciao. È finita, ti scaricano».

L’assegnazione dell’Europeo del 2032 all’Italia contribuirà a risolvere il problema dei nostri stadi?

«Spero che finalmente si possa fare qualcosa per superare la burocrazia che ostacola o blocca ogni tentativo di progresso. Parliamo di San Siro: il progetto, presentato quattro anni fa, di costruire il nuovo impianto conservando una piccola parte simbolica dello stadio attuale mi sembrava perfetto. Un passo verso la modernità, con un doveroso omaggio alla storia. Invece si mettono di mezzo i comitati di quartiere, la Sovrintendenza, i vincoli... La decisione di Milan e Inter di trasferirsi a San Donato e Rozzano è una sconfitta per la città di Milano. San Siro senza il canone di affitto delle due società rischia di diventare un monumento che andrà in rovina. Farà la fine del Flaminio che Roma è inutilizzato e fatiscente».


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