ultimora

Capello: “La Juve non gioca male, crea poco: è diverso. Allegri pigro ma top come Conte”

Matteo Pifferi

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha parlato così di Juventus e di Massimiliano Allegri

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha parlato così di Juventus e di Massimiliano Allegri:

Lei e Allegri siete lo stesso tipo di allenatore?

«Diciamo che le idee sì, si somigliano: non usare un solo sistema di gioco, leggere bene le partite, vincere con i cambi. Mi rivedo in lui in questo».

Ci dice la prima sostituzione vincente che le viene in mente, pensando alla sua carriera?

«Stranamente, questa. In una partita da allenatore della Cina, ho messo un centrocampista come centravanti, mentre i miei collaboratori mi guardavano male: ‘Ma mister…’. Era velocissimo, ci avevo visto più lungo io. Poi ovviamente Nakata per Totti in Juve-Roma, la partita decisiva nel 2001».

Lei in quel 2001 aveva la stessa età dell’Allegri attuale, che non vincerà lo scudetto. Conferma che per lei tornare alla Juve è stato un errore?

«Confermo. Avevo detto che Allegri sarebbe diventato un ombrellone, avrebbe attirato tutte le critiche. E così è stato».

Un ombrellone colpevole o incolpevole?

«In campo, non colpevole. Ha fatto qualche errore, ha impiegato un po’ di tempo per capire che cosa fare ma la strada scelta per me è la migliore. Max sa sempre dove andare. Nella decisione in sé, colpevole: aveva un’offerta del Real ed era il momento ideale per andare a Madrid».

Perché non lo ha fatto? Ha preferito la soluzione più semplice?

«Diciamo che la Juve era una scelta comoda. All’estero è più dura, devi metterti in discussione, scoprire che i giocatori hanno abitudini diverse. Max mi sembra un po’ pigro, non ha grande interesse a muoversi, preferisce avere Livorno vicina».

Ma quanto vale questa Juve? La rosa è forte e non rende al massimo o è sopravvalutata?

«La squadra ha discreti valori, certo non quelli a cui la Juve era abituata».

Qualche nome di calciatore che ha deluso?

«Prendete Cuadrado e Alex Sandro. Mi davano l’impressione di spingere molto, ora non cambiano più ritmo. Poi certo, Cuadrado ha sempre qualità...».

E allora, è inevitabile il domandone: la Juve di Allegri gioca male?

«Non gioca male, crea poco... che è diverso. Morata è sempre stato troppo isolato, invece fa meglio quando gioca con una punta come Kean. Ora dobbiamo vedere se, quando tornerà Dybala, Allegri li farà giocare tutti insieme. E’ difficile, ma potrebbe anche starci».

E’ vero che, come pensano tanti, Max non si è aggiornato?

«Chi parla così, spesso fa riferimento a Guardiola e ai suoi principi di 15 anni fa, mentre ora il calcio d’avanguardia è dei tedeschi. Sono i critici che pensano si debba obbligatoriamente partire da dietro, in ogni azione».

A proposito di Europa, Allegri è favorito o sfavorito con il Villarreal?

«Partita molto difficile, con una squadra che è cresciuta molto e ha un allenatore, Emery, sempre molto bravo in Coppa. Sono favoriti gli spagnoli».

L’idea della Juve è di arrivarci con una squadra rinforzata sul mercato. Che cosa serve secondo lei?

«Non mi piace parlare di questo, però Allegri chiaramente cerca un uomo che faccia girare la squadra in mezzo al campo. Non sono sicuro l’abbia trovato. Ha provato con Ramsey, con Arthur, con Locatelli, che è un ottimo calciatore ma mi pare più una mezzala».

Ma alla fine, per lei, Allegri in che posizione arriva nella classifica dei migliori allenatori italiani degli anni Duemila?

«E’ uno dei migliori, molto diverso da Conte ma ugualmente bravo. Conte ha vinto anche in Inghilterra, come Sarri, e questo è giusto metterlo in evidenza. Il numero uno però, non c’è discussione, è Ancelotti. E il miracolo di Ranieri col Leicester non si può dimenticare».

Mister, una domanda extra: a quali passioni si dedicherà, in questi giorni senza calcio?

«L’arte mi piace molto, lo sapete. Cito le mie ultime passioni: Jannis Kounellis che per me, nei suoi ultimi anni, è stato anche un amico; Sarah Sze, bravissima; Stanley Whitney con i suoi colori emozionanti e il pittore Piero Pizzi Cannella, che mi ha erudito su diversi artisti».