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Capello: “Mou mossa interessante sotto due aspetti. I rischi? Roma brucia tutto”

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Fabio Capello parla del ritorno nel campionato italiano di José Mourinho

Gianni Pampinella

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Fabio Capello parla del ritorno nel campionato italiano di José Mourinho. Il tecnico portoghese sarà il prossimo allenatore della Roma. "Mi fa piacere che José sia tornato in Italia. E’ un elemento di positività per il nostro campionato".

La logica di quest’operazione?

«È una mossa interessante sotto due aspetti: la proprietà dà un segnale importante a tutti i livelli e lui, con tempestività, ha colto al volo un’occasione di alto profilo. Non c’erano molte panchine libere di un certo livello e la Roma era una di queste».

Che cosa significa Mourinho alla Roma?

«Significa che la società vuole un allenatore di primissimo livello. Un tecnico molto determinato. Che bada alla sostanza».

Il senso di questa sfida?

«Mourinho mette a disposizione della Roma il suo eccellente background. Avrà il rispetto da parte dei giocatori. E loro lo seguiranno: come fai a non metterti dalla parte di Mourinho?»

Che cosa può dare Mourinho alla Roma?

«Secondo me la squadra è buona. Con due o tre pedine può essere competitiva. Se non avrà le coppe internazionali, paradossalmente questo sarà un aspetto positivo. Mourinho potrà allenare meglio e incidere di più. Può ripetersi quello che è avvenuto all’Inter in questa stagione: fuori dall’Europa, si è dedicata al campionato. Un problema importante che Mourinho dovrà risolvere è quello degli infortuni. Alla Roma hanno pensato che la soluzione fosse quella di cambiare medici e fisioterapisti, ma io ritengo che dipenda dalla preparazione, dall’alimentazione e dallo stile di vita dei calciatori».

È la scelta giusta per la Roma?

«Non è una scelta: è una bordata. È un colpo di grandissimo effetto che a Roma ha scatenato subito l’entusiasmo. Non ci sono più scusanti. La Roma ha un signor allenatore, un numero uno, un professionista che ha vinto e ha esperienza. Mi piaceva anche il tecnico attuale Fonseca, persona perbene, un signore, ma troppi infortuni».

C’è chi dice: Mou non è più lo stesso.

«Bisogna guardare i risultati e dopo tre esoneri non puoi nasconderti, ma l’uomo è di enorme intelligenza e sono convinto che la sua voglia di tornare protagonista sarà la molla decisiva».

I rischi per lui?

«Roma brucia tutto. È la città più bella del mondo, ma anche quella in cui nel calcio è estremamente difficile lavorare. Non c’è molta pazienza, contrariamente a quanto si creda in giro. Non si valuta molte volte la ragione di una sconfitta. La chiave di tutto è avere uno staff solido e crearsi un gruppo di giocatori schierato compatto dalla parte dell’allenatore. Un gruppo unito contro tutto e tutti. Io feci così. Poi, ovvio, è fondamentale la società: l’allenatore va sempre sostenuto e bisogna impedire che dietro le quinte qualcuno approfitti delle difficoltà per alimentare il dissenso».

(Gazzetta dello Sport)

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