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Eppure dopo due giornate la nuova Juventus di Thiago Motta aveva davvero impressionato, con il doppio 3-0 contro Como e Verona. Il pari con la Roma è già una piccola frenata?
«Mi sembra normale che i bianconeri siano ancora in rodaggio. La formazione scesa in campo nel primo tempo di ieri, pur essendo la stessa che aveva vinto a Verona, si può definire come sperimentale. E infatti la Juve ha faticato soprattutto nella prima metà dell’incontro, creando pochissimo, orchestrando giusto due o tre ripartenze e lasciando spesso il pallino del gioco alla Roma. La palla nei primi 45 minuti viaggiava lenta, la squadra non aveva grande ritmo».
La Juve resta l’anti Inter?
«Presto per dire se ci sia un anti Inter, che siano i bianconeri o un’altra squadra. Però c’è una considerazione da fare: la Juve concede molto poco alle avversarie ed è l’unica in campionato a non avere ancora subito gol. E questo è un particolare molto importante in Italia. Tra l’altro, anche a Bologna Thiago Motta aveva dimostrato di essere un ottimo allenatore nell’organizzare la fase difensiva, quindi non credo proprio sia un caso».
Cosa manca ai bianconeri per arrivare all’altezza degli attuali campioni d’Italia?
«Il tempo, innanzitutto il tempo. Come ho già detto, l’Inter è una macchina rodata che viaggia a pieni giri. Può avere qualche piccolo intoppo, ma ha certezze acquisite come basi. Inzaghi l’allena da tre anni, ha fatto una finale di Champions e vinto uno scudetto. La Juve, invece, è ancora in costruzione. Koopmeiners è arrivato da qualche giorno e non si allenava da parecchio. L’ultima partita ufficiale, se non sbaglio, l’aveva giocata mesi fa... Discorso simile per Conceiçao e Gonzalez, anche loro all’esordio a Torino. Mentre Thuram si è fatto male subito e Douglas Luiz deve crescere di condizione. Insomma, non abbiamo ancora visto la vera Juve di Motta fatta e finita, sebbene le premesse facciano ben sperare».
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