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Capello: “Passare dalla Roma alla Juve è più complicato del contrario. Nel 2001…”

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"A Torino vincere è vissuto come un fatto normale. A Roma è cresciuta negli anni la pressione", spiega poi Capello
Matteo Pifferi Redattore 

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha parlato così delle possibili operazioni tra Roma e Juventus:

A distanza di 20 anni da quell’estate 2004?

«Ero alla Roma dal 1999, avevamo vinto lo scudetto nel 2001 e nell’ultima stagione tornavo a casa arrabbiato perché non riuscivo ad ottenere quello che volevo dalla squadra. Quando succede così, significa che è arrivata l’ora di cambiare per un allenatore. E poi si è presentata la Juventus, una bella occasione».


È più facile trasferirsi dalla Roma alla Juventus o viceversa?

«Passare dalla Roma alla Juventus è più complicato a livello di aspettative».

Perché?

«A Torino vincere è vissuto come un fatto normale. A Roma è cresciuta negli anni la pressione, soprattutto quella delle radio: si passa dall’esaltazione alla depressione molto velocemente in base ai risultati».

Nonostante la storica rivalità tra i due club, non sono pochi i giocatori che hanno vestito entrambe le maglie: da Peruzzi a Boniek, da Emerson a Pjanic, da Boniek a Szczesny e Dybala... E a volte sono stati anche trasferimenti diretti: i migliori colpi?

«Magari mi dimentico qualcuno, ma direi Boniek e Emerson. Zibì si trasferì dalla Juve alla Roma nel 1985. Il Puma mi seguì a Torino nell’estate 2004: grande centrocampista, era il mio punto di riferimento in campo. Emerson aveva una straordinaria personalità, era difficile da superare».

Adesso Juventus e Roma hanno messo sul tavolo varie idee per provare ad esaudire i desideri di Thiago Motta e De Rossi: Abraham ed El Shaarawy da una parte, Chiesa, Soulé e Arthur dall’altra. Sarebbe stupito di vedere dei nuovi scambi tra le due società?

«Mi sarei stupito di vedere Del Piero alla Roma o Totti alla Juve... Qualsiasi altro scambio non mi sorprenderebbe, anche perché i tempi sono cambiati e si accetta più facilmente tutto all’esterno».

La Juventus valuta Abraham al posto di Milik come vice Vlahovic: lei che ne pensa?

«Sono convinto che Abraham abbia le potenzialità per dare qualcosa in più. Può essere una buona idea, ma dipende da come Thiago Motta vorrà gestire Vlahovic e in generale l’attacco. I rinforzi vanno concordati con l’allenatore».

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Come vedrebbe Chiesa nella Roma di De Rossi?

«Federico lo vedrei bene in qualsiasi squadra, è un giocatore che ha cambio di ritmo, uno contro uno e salta l’uomo».

El Shaarawy è al centro delle valutazioni di Thiago Motta, a caccia di esterni per il suo 4-2-3-1/4-3-3.

«El Shaarawy, come abbiamo visto anche all’Europeo, è un esterno che corre e copre, uno che garantisce equilibrio».

E poi c’è Soulé: Thiago Motta vorrebbe puntare su di lui, ma di fronte a un’offerta importante il sacrificio sarebbe inevitabile per il bilancio e per finanziare la campagna di rafforzamento.

«Io prediligo i giocatori di qualità e inventiva. E prima di rinunciare a uno come Soulé ci penserei bene. Ma in ogni caso, eviterei di darlo alla Roma o comunque a una squadra italiana. Lo dico perché ci sono passato con Edgar Davids quando allenavo il Milan...».

Racconti pure.

«Davids non ingranava al Milan, ma che fosse un grande centrocampista era chiaro e lo sapevamo tutti. Proprio per questo volevamo cederlo all’estero e non in Italia. Ma alla fine Davids è andato alla Juventus, ha fatto la differenza e così il rimpianto è stato doppio».

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