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Capello: “Inghilterra favorita, vedo così Italia-Spagna. Jorginho uomo chiave”

Alessandro Cosattini

L'ex allenatore, ora opinionista per Sky, ha parlato al Corriere della Sera verso le due semifinali degli Europei

Fabio Capello dice tutto sugli Europei sulle colonne del Corriere della Sera. L’ex commissario tecnico dell’Inghilterra, oggi commentatore di punta di Sky, ha parlato in vista delle semifinali di Euro2020. Questi i passaggi principali della sua intervista.

La Nazionale di Southgate è quella da battere?

«L’ho vista molto bene. È compatta, gioca un calcio attento in difesa e a centrocampo. Sono aggressivi e letali sui calci piazzati. All’Ucraina hanno segnato due gol da palla inattiva e tre di testa. Vanno tenuti in grande considerazione, sono in un ottimo momento. Sugli esterni hanno gente veloce e rapida».

Il recupero di Kane è lo scatto in più dell’Inghilterra?

«Non si può discutere. Si è sentito penalizzato perché aveva detto di voler andare via, ma è un grande giocatore, al di là dei due gol fatti e di quel tiro al volo magistrale».

La Nazionale di Southgate ha una difesa di ferro, è l’unica a non aver preso un gol.

«Non ne prende perché vanno subito a recuperare palla. Hanno preso il meglio di quel che fa Guardiola».

Inghilterra favorita?

«Si, con un fattore avverso: la pressione di Wembley, i giovani possono risentirne».

La Danimarca può metterli in difficoltà in semifinale?

«È una Nazionale che ha qualità e umiltà, si aiutano molto e sono buoni giocatori. Il caso Eriksen li ha prima sfaldati, poi ricompattati. Era la star della squadra. Stanno facendo cose interessanti, ora è il momento di osare. Sono spensierati, rispetto alle altre più leggeri. La guida è Kjaer, anche per quel gesto bellissimo nel dramma di Eriksen».

Si aspettava un’Italia capace di arrivare in semifinale?

«L’Italia l’ho sempre messa nelle quattro finaliste. Ho visto la crescita della squadra, un’evoluzione che può portare benefici al nostro movimento. Direi una cosa al calcio italiano, spero non si guardi più a cosa facevano altri 10 anni fa, guardiamo a quel che fa Mancini».

Le qualità migliori espresse dagli azzurri all’Europeo?

«L’Italia è una squadra che gioca un bel calcio, veloce. Sono attenti e aggressivi, il tutto accoppiato a una certa qualità, direi che ci sono tutti i presupposti per fare bene».

Cosa c’è da temere di più nel confronto con la Spagna?

«Che non ci addormenti. La Spagna gioca un calcio lento, se ci adattiamo a quel ritmo rischiamo di soffrire».

Come si fa a non cadere nella loro trappola?

«La Spagna ha grandi qualità tecniche, ottimo possesso palla. Per contrastare questa loro caratteristica a noi serve rapidità e lucidità quando recuperiamo palla: subito ripartire e aggredire. Abbiamo qualità e poi la difesa spagnola non è affatto imbattibile».

Quanto perde l’Italia con l’infortunio di Spinazzola?

«Perde uno che cambia ritmo. Sono quelli con velocità e dribbling che rompono la difesa avversaria, lo abbiamo visto. In questo Europeo c’è stata la rinascita del dribbling. Velocità e dribbling sono doti naturali, non si insegnano. La bellezza del torneo sono questi cambi di ritmo violenti».

In Inghilterra i commentatori hanno deriso Immobile che si è rialzato di colpo dopo il gol di Barella. Un brutto vizio del calcio italiano quello di stare a terra a lamentarsi?

«Non do la colpa al giocatore. La prima responsabilità è degli arbitri italiani. Ci hanno abituato in questa maniera e allora uno si chiede: perché non lo devo fare? Certo non è onesto sotto l’etica sportiva. Agli arbitri italiani manca la capacità di capire se è una finta, un inganno. Continuano a fischiare ogni falletto, perché vogliono tenere in mano la partita, ma il match deve essere solo giocato. È questione di personalità. Un altro problema è essere giudicati solo dagli arbitri, bisognerebbe allargare la platea al di fuori del loro mondo. È un po’ come il pubblico ministero che fa anche giudice, non va bene».

Il giocatore che l’ha più impressionata?

«Mi ha sorpreso Pedri della Spagna: a 18 anni gioca come uno di 30. Mi è piaciuto Doku del Belgio, ma scelgo Jorginho. Una continuità impressionante. Sempre secondo tra i man of the match: significa che non ha sbalzi, garantisce un livello di altissima costanza».

I grandi l’hanno delusa?

«Ronaldo ha fatto la sua parte, Mbappé ha peggiorato il suo Europeo fallendo il rigore decisivo. La Francia mi è sembrata molto supponente: siamo noi la grandeur, senza umiltà e sono andati a casa».

L’Italia deve temere Wembley?

«Il tabù Wembley lo abbiamo superato. Non mi chieda se andiamo in finale e se possiamo vincere. Non diciamolo».

(Fonte: Corriere della Sera)