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"Mia mamma era una donna per bene, ma mio padre si era fissato con l'idea che lo tradisse, una pazzia che si verifica anche oggi. Eppure il maresciallo, in caserma, fu capace di dire che finché non vedeva il sangue non poteva intervenire. Una mattina mio padre si è svegliato, ha preso l'accetta ed è andato ad ammazzare mia madre mentre stava lavando i panni al fiume vicino casa. Una delle mie sorelle era presente, io stavo giocando a pallone lì vicino. Ho raccolto il cervello di mia mamma nel fiume e l'ho portato alla caserma: “Hai visto che poi è successo?”, ho detto al maresciallo. “Quante volte sono venuto qui, adesso il sangue lo vedi”. Oggi però non ho rancore per nessuno: mio padre era un uomo malato che non è stato curato".
"La tragedia non mi ha spezzato moralmente, ho chiuso dolore e rabbia dentro un forziere e li ho usati per darmi forza. Bisogna cercare di reagire, anche se è dura, molto dura. Quando mia madre è stata uccisa mi sono messo a testa bassa e sono andato avanti nonostante il dolore, il mio obiettivo era diventare un calciatore e sapevo già che ce l'avrei fatta".
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