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Ipotizziamo che Giuntoli legga quest’intervista, si cosparga il capo di cenere e le telefoni oggi presentandole l’offerta giusta. Lei come risponde?
—«Gli dico di no. Noi abbiamo accettato che Berardi avesse trovato un accordo con la Juve e da dieci giorni Domenico si allena a parte perché destinato alla cessione. Non ha giocato in Coppa Italia, non giocherà al debutto in Serie A con l’Atalanta, ma adesso è giusto che il Sassuolo cominci a pensare ai propri interessi. Per noi Berardi è fondamentale: il nostro campionato inizia domani, non c’è più tempo per sostituirlo adeguatamente. La forza del Sassuolo è la programmazione, non abbiamo mai chiuso le porte a nessuno, ma le tempistiche sono fondamentali e adesso da parte mia non c’è la disponibilità a riaprire la trattativa. Giuntoli e i procuratori non possono non aver capito che avrei ragionato su tutto, ma che sulla tempistica ero tassativo. Avevo mostrato grande comprensione nell’affrontare il tema della cessione di Berardi ad agosto inoltrato, ma oltre il 17 non si poteva proprio andare».
E se fosse Berardi a impuntarsi pretendendo la cessione?
—«Lo farei ragionare, gli spiegherei la situazione. Domenico è molto affezionato al Sassuolo, anche l’anno scorso gli era arrivata un’offerta importante e per lui poteva anche essere l’ultima occasione per andare in un grande club. E invece quest’estate si è materializzata la possibilità di andare alla Juve. Adesso, però, non ci sono più le condizioni. Berardi è un ragazzo sensibile e intelligente, lo capirà. A malincuore abbiamo dovuto prendere questa decisione».
(Gazzetta dello Sport)
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