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Negli anni passati, però, è vero che Berardi ci ripensò sulla Juventus, giusto?
—«Ma questa è una cosa che si dice da tempo. Era giovane, ci fu un avvicinamento importante con i bianconeri ma lui fece altre scelte, restando con noi».
Ha aggiunte da fare?
—«Sì: Berardi è la nostra bandiera e il suo valore economico è in linea con le sue capacità e acquistabile da chi se lo può permettere».
Ogni santo mercato Mimmo è accostato ad almeno tre big. Oggi?
—«E’ la nostra bandiera che vorremmo restasse qui. Il fatto che venga accostato a grandi squadre lo vedo in maniera positiva: sappiamo dare un valore ai nostri ragazzi. Ma ripeto, io spero che rimanga anche perché il concetto di bandiera è quasi svanito. In questo calcio che segue la strada dei soldi, beh, un esempio che rimane non fa mai male al nostro calcio».
C’è un altro esempio che merita conferma: è vero che non avete ceduto Rogerio allo Spartak Mosca per un codice etico?
—«Verissimo. La trattativa è stata fatta dal suo procuratore, c’è stata una proposta davvero molto importante pari a 8 milioni di euro e considerando tutto abbiamo deciso di non procedere come proprietà e dirigenza. Motivi etici: non abbiamo voluto trattare coi russi».
A costo di perderlo a zero, vista la scadenza nel 2024.
—«Abbiamo voluto far prevalere la coscienza di non fare affari con un certo paese. E sì, a costo di perderlo a zero. Non è che Rogerio non sia più sul mercato. Lo è. Ma la scelta è stata di natura diversa, qualora dovessero arrivare offerte da altri club le valuteremo».
Anche questa, di stampo etico, è una sorta di “ribellione” alla quale si sta assistendo nel calcio odierno: Mbappé, Lukaku, Bonucci. Insomma, le società non vogliono più sottostare al potere smisurato dei giocatori.
—«Tema delicato ma anche molto importante. Ci sono molte società calcistiche in difficoltà e il fatto che abbiamo più potere sui calciatori mi pare giusto. E mi pare anche ora. L’importante è fare sempre tutto con estremo buonsenso».
E l’Arabia che tutto piglia?
—«Non riesco ancora a immaginare quale possa essere il futuro là. Con la lista di giocatori che hanno portato nel campionato, le cose non cambiano, non bastano: dovrebbero rifare proprio un bel po’ di squadre. Certamente cifre del genere destabilizzano il nostro campionato…».
Le dispiace per aver dovuto “mollare” Frattesi?
—«Il Sassuolo ha dimostrato che si può stare a lungo in A valorizzando i propri giocatori. Rispondendo: non sono dispiaciuto. Sono contento. Anzi felice per lui».
(Gazzetta dello Sport)
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