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Ex cardiologo Inter: “Eriksen? Ecco di cosa soffre. Non doveva tornare, potrebbe ricapitargli”

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Bruno Carù, cardiologo con collaborazioni passate con l’Inter e l’Olimpia Milano, ha espresso perplessità sul ritorno in campo di Eriksen

Marco Macca

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Bruno Carù, cardiologo con collaborazioni passate con l’Inter e l’Olimpia Milano, ha espresso perplessità sul ritorno in campo di Christian Eriksen, che da oggi è ufficialmente un nuovo giocatore del Brentford:

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Perché qui c’è una norma diversa?

"Meno male che ce l’abbiamo! Abbiamo evitato molti decessi. Gli atleti che giocano in queste condizioni sono in pericolo, come lo stesso Eriksen. E si parla di morte, non di un raffreddore. Il fatto che non si comprenda è una cosa assurda per il calcio".

Cosa vuol dire un arresto cardiaco in un calciatore di trent’anni?

"È un evento molto raro in un soggetto maschile di quest’età. È un segnale che ci indica una predisposizione genetica verso un certo tipo di evoluzione clinica. Il cuore si ammala solo per ragioni molto gravi, che spesso possono essere ricondotte alla storia familiare. Eriksen ha una cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. In pratica è un’alterazione congenita del muscolo a livello strutturale, che ha portato all’arresto. Una minima variazione dell’attività potrebbe causare nuovamente un episodio del genere".

Quindi la possibilità che succeda ancora è concreta.

"Assolutamente, proprio perché il problema è ereditario. Purtroppo può capitare durante l’attività calcistica così come mentre sale le scale, ma anche senza che sia sotto sforzo. Al momento sembra che non ci siano correlazioni con lo stress fisico, per cui ci sono situazioni che possono diventare critiche anche per azioni normali nella vita quotidiana. Le prestazioni non saranno comunque condizionate sul piano atletico".

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