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Anche Gigi Buffon commenta il caso Acerbi-Juan Jesus. Oggi Tuttosport riporta le parole dell'ex portiere della Juventus, oggi capo delegazione della Nazionale di Luciano Spalletti. "Il caso Acerbi-Juan Jesus ha riportato il problema razzismo al centro del calcio italiano dopo l’uscita dal campo di Maignan a Udine. Ma Gigi Buffon spera che alla fine prevalga la forza della battaglia contro ogni discriminazione: «Lo stadio viene considerato una zona franca in cui ognuno si sente in diritto di sfogare le proprie frustrazioni. Il percorso per battere il razzismo è lungo, ma qualche risultato positivo negli anni si è visto. Poi si ricade in qualche errore e qualche polemica», dice l’ex portiere di Parma, Juventus, Psg e Italia, ospite di “Stasera c’è Cattelan” su Rai2.
Il Campione del Mondo 2006, ora capo delegazione della Nazionale, poi usa parole che sembrano riportare direttamente alla vicenda del difensore interista: «L’importante è che uno sbaglio deve essere fatto in buona fede e senza aver avuto la volontà di ferire realmente qualcuno, perché a quel punto sarebbe molto grave». Quasi un riflesso del delicato equilibrio seguito dalle istituzioni del nostro calcio, dalla decisione del giudice sportivo di martedì fino al comunicato della settimana precedente con cui la Figc annunciava l’esclusione di Acerbi dalla doppia amichevole azzurra con Venezuela ed Ecuador. Buffon parla anche del toccante sfogo di Vinicius, in lacrime durante la conferenza stampa del Brasile per le continue offese razziste subite: «In linea di massima negli stadi e non solo si cerca di destabilizzare l’avversario rendendolo più debole, cercando di colpirlo in un nervo scoperto. Questa è una scorrettezza, la sportività dovrebbe essere un’altra cosa e dovrebbe vincere chi è il migliore, non chi adopera mezzi per crearsi vantaggi».
Buffon ha raccontato di aver staccato del tutto da ogni attività sportiva dopo l’addio al calcio: «Ero arrivato alla saturazione». Adesso è concentrato sulla missione di capo delegazione dell’Italia, un ruolo che in precedenza è stato di Gigi Riva e Gianluca Vialli: «Avevo un rapporto molto stretto sia con Riva che con Vialli. L’idea di prendere il loro testimone per me è stato un orgoglio. Sono due miti per come sono stati calciatori e per il modo di vivere la vita. Cercare di poterli fare rimpiangere il meno possibile mi responsabilizza molto». Infine un elogio a Jannik Sinner che ha incontrato la Nazionale negli Stati Uniti: «È consapevole di essere un campione, ma vive tutto con la semplicità di chi sa di non fare niente di speciale, se non mettere in campo quello che madre natura gli ha dato e lui ha migliorato con il lavoro»", si legge.
(Fonte: Tuttosport)
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