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Castellazzi: “Non ho aggettivi per Zanetti. Mazzarri? Determinato. L’anno che ricordo…”

Simona Castellano

Il protagonista di questa puntata di Drive Inter, rubrica di Inter Channel, è Luca Castellazzi.Il giocatore nerazzurro ha parlato della sua avventura all’Inter e di tante altre cose. Queste le sue parole: INTER – Sono arrivato nel...

Il protagonista di questa puntata di Drive Inter, rubrica di Inter Channel, è Luca Castellazzi.Il giocatore nerazzurro ha parlato della sua avventura all'Inter e di tante altre cose.Queste le sue parole:INTER - Sono arrivato nel 2010, dopo il Triplete. C'era grande entusiasmo, c'era voglia di vincere ancora. Quell'anno con Benitez e Leonardo abbiamo comunque vinto tre trofei. Si tende a dimenticare questo. E' stata un'annata che ricordo perché ho giocato tanto, ho esordito in Champions League (non avevo mai avuto l'occasione di giocarci). Giocare in Champions fa venire la pelle d'oca E' un'annata da ricordare. Il tifoso arrivava dal Triplete, ma comunque tre trofei sono tanti. Ricorderò le belle sensazioni di quell'anno.PORTIERI - Gruppo a parte perché si lavora in 3 o in 4. Si crea un rapporto più intimo tra di noi perché lavoriamo sempre insieme. Handanovic - pregio: dedizione e professionalità; difetto: testardo, difficile che cambi idea. Carrizo - pregio: sorride sempre, è solare. Quest'anno l'ho conosciuto di più perché l'anno scorso quando è arrivato era infortunato; difetto: non mi viene in mente, magari il fatto che è straniero e non capisce le battute che faccio. CAPITANO - Non ci sono aggettivi.  A uno che a 40 anni recupera così dopo un infortunio grave che ha creato problemi a tutti si può solo dire 'Bravo'. E' un esempio anche per i giocatori giovani che guardano un mostro sacro del calcio. Dovrebbero guardare la sua dedizione, oggi si fa fatica a trovarla. GIOVANI - Mi trovo bene. Vanno aiutati sicuramente durante gli allenamenti, loro ascoltano i consigli. Non bisogna però martellarli troppo anche perché sono più nervosi dato che si allenano con giocatori che hanno visto solo in tv. Basta poco per metterli a proprio agio comunque. Paramatti l'ho conosciuto bene perché quando facevo la riabilitazione alla spalla anche lui aveva avuto un piccolo problema. Ho giocato contro il padre diverse volte. E' simpatico e ride sempre appena mi vede. Ultimamente è venuto spesso ad allenarsi con noi.BARDI - Errore contro l'Inter? Questi errori capitano una volta nella carriera. Da portiere mi è dispiaciuto perché so quello che provato. Ha comunque personalità e carattere per superare le difficoltà. E' un grande lavoratore, lo ricordo durante il ritiro a Pinzolo lo scorso anno. Ha doti tecniche e anche mentali per arrivare fino in fondo. OBIETTIVI - Quest'Inter può arrivare lontano. Gioca bene, ha fatto ottime prestazioni. Contro la Roma ci sono state circostanze sfortunate che hanno ribaltato la partita. Lo dicevo anche ai miei amici: 'Abbiamo giocato bene e poi abbiamo perso'. L'Inter ha creato tante occasioni da gol e non è facile nel calcio moderno. In più nella squadra ognuno sa cosa fare, sa quali azioni compiere e quindi si può solo crescere. Non dobbiamo accontentarci di essere rivelazione del campionato, ma andare avanti.GERARCHIA - Sapevo che sarebbe successo, ne avevamo già parlato durante il rinnovo del contratto, ma ho accettato senza problemi. E' un percorso naturale. Il terzo portiere deve saper lavorare bene. I protagonisti sono gli altri due. Non si ha la pressione che hanno quelli che giocano e quindi in alcuni momenti si tende a smorzare la tensione, dare la parola giusta a chi ne ha bisogno. Queste cose spettano a chi è meno coinvolto in quel momento. Il mister mi conosce, io mi alleno sempre come se dovessi giocare. Mi diverto; se perdo una partitella, prendo un gol, mi arrabbio. Penso che faccia bene a me e arrivo preparato la domencia se dovesse succedere qualcosa. Io lavoro come se dovessi giocare, non mi verrà mai detto 'Impegnati di più'.MAZZARRI - Ancora più determinato. Vuole rilanciare ai piani alti l'Inter. Arriva da grandi esperienze e con un curriculum esaltante. Sta lavorando bene per anni di grandi livelli. Ha dato identità e gioco alla squadra e non è una cosa facile. L'allenatore poi ha la responsabilità di 30 giocatori. FUTURO - Non so quanti anni giocherò ancora. Certe domande bisogna farsele perché passano gli anni. Voglio ancora far parte di un gruppo e quindi vedo lontano il momento in cui dovrò prendere una decisione, ma credo che non passeranno tanti anni. Non ho ancora sentito la vocazione dell'allenatore, ragiono ancora da calciatore e quindi è difficile immedesimarsi in un ruolo diverso. Allenatore dei portieri potrebbe essere un ruolo che potrei prendere in considerazione. Potrebbe essere anche più facile. Bisogna trovare chi ti dà l'opportunità e poi essere capaci di insegnare, bisogna avere l'attitudine e anche la pazienza. 

STADIO - L'Allianz Arena è uno stadio bellissimo. E' nuovo e l'atmosfera è bellissima e l'Inter l'ha vissuta in una serata magica. MILANO - Non l'ho mai vista da turista, ma so che ci sono cose bellissime a Milano, come il Castello Sforzesco. Prometto che visiterò la città. Vivere in centro ha il suo fascino, nonostante il traffico e nonostante la tranquillità dei quartieri più decentrati.TEMPO LIBERO - Guardo le altre partite, fa parte del nostro lavoro. Mi informo sugli altri campionati, è la nostra passione e quindi viene automatico vedere una bella partita, ma sicuramente non al punto da restare a casa. Nei tempi morti, nella sosta, tendiamo a riposare un po', a stare con la famiglia. L'anno scorso sono stato a Londra durante la sosta di settembre. Ci sta visitare l'Europa. Quando viaggiamo con la squadra il viaggio è aeroporto-pullman-hotel. TRE PAROLE - Serietà, simpatia e passione.