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Cattelan: “Lukaku non deve dimostrare nulla. È convinto e dentro al progetto Inter”

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Il conduttore tv tifoso dell'Inter Alessandro Cattelan ha parlato del grande ritorno di Lukaku in nerazzurro

Andrea Della Sala

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il conduttore tv tifoso dell'Inter Alessandro Cattelan ha parlato del grande ritorno di Lukaku in nerazzurro:

Perché Lukaku non sarà una minestra riscaldata?

"Non so prevedere il futuro, quindi posso solo dire che mi auguro che tutto vada per il meglio. Però, quello della minestra riscaldata è più che altro un modo di dire che non può essere applicato a ogni situazione. Non è una regola, un esperimento scientifico che darà un risultato certo. Nel caso di Lukaku, i motivi per essere ottimisti sono: a) è passato molto poco tempo da quando era andato via; b) è nell’età migliore per un calciatore, nel pieno della sua forma fisica. Direi perciò che ci sono i presupposti e i segnali per sperare in bene".

Quali ingredienti ci vogliono perché la minestra risulti saporita?

"Ripeto, quello di 'minestra', riscaldata o no che sia, non è un termine che userei per Lukaku. Mi fa pensare positivo la determinazione con cui è voluto tornare. È stata un’operazione talmente improvvisa, direi inaspettata, che se non fosse stato per lui, difficilmente si sarebbe realizzata. Lukaku mi sembra convinto, ben dentro al progetto Inter. Voglioso di riprendere dal punto in cui aveva lasciato".

Che impressione le ha fatto Romelu?

"Quella di un ragazzo d’oro. Lo chiamano 'il gigante buono', ma a me ha dato proprio quell’idea. E poi, di un professionista, ma come tutti quelli che giocano a quei livelli: si sottolinea sempre il grado di professionalità di questo o quel calciatore come fosse un’eccezione, in realtà per giocare in Serie A non può essere altrimenti. Romelu è simpatico, mi piace il suo modo di fare, il suo stile, quel che rappresenta. È un giocatore che sono contento giochi nella mia squadra".

Cattelan: “Lukaku non deve dimostrare nulla. È convinto e dentro al progetto Inter”- immagine 2

Gli ultras lo hanno riaccolto con un “sì, ma…” chiarendo che dopo l’addio traumatico della scorsa stagione dovrà riconquistare il loro affetto. I tifosi comuni lo hanno invece riabbracciato come se non fosse mai andato via. Lei da che parte sta?

"Io sono un tifoso normale e per quanto mi riguarda Lukaku non deve fare niente, ha già fatto e dimostrato tutto quel che doveva. Quello che mi ha dato nei due anni in cui è stato nostro, è già più che sufficiente. Non ha nessun debito nei miei confronti. Verso gli altri, non so".

Pare abbia promesso a Marotta 30 gol: sono sufficienti per vincere lo scudetto?

"Ah, boh, non lo so… Se ne fa lui 30 e gli altri pochi o nessuno, no. Ma se Romelu ne segna 30, Lautaro un’altra ventina e qualche centrocampista ne aggiunge qualcuno, allora magari sì".

È davvero uno che sposta gli equilibri in A?

"Lo ha dimostrato. Il primo anno non abbiamo vinto, ma ci siamo andati vicino. Il secondo abbiamo centrato lo scudetto. Direi che anche grazie a lui abbiamo riacquistato l’abitudine a vincere, o per lo meno a competere per. Uno come Lukaku è sempre meglio averlo dalla tua parte, che contro".

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Cosa dice del 90 che metterà sulla maglia?

"Boh, a me piace vederlo col “9”, ma 90 è la mia decade preferita a livello musicale, quindi va bene lo stesso".

Come si immagina il prossimo faccia a faccia con Ibra nel derby?

"A me quella roba lì che è successa mi è piaciuta, sono quei duelli che danno sale al calcio. Non ho idea se abbiano litigato sul serio, ma quando c’è tensione vuol dire che c’è qualcosa in palio. E questo mi piace".

Ultima, banale ma doverosa domanda: con Big Rom, l’Inter è la favorita per lo scudetto?

"Non lo so… Io pensavo che fossimo favoriti anche l’anno scorso e poi abbiamo visto come è andata a finire… Mi ero sempre ripromesso di non fare pronostici e invece l’anno scorso mi sono lasciato andare, avevo troppa fiducia. Perciò non ne farò più".

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