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Cds – Calcio, il sistema è arrivato al limite: parola d’ordine è strizzare. Fa sorridere…

Gianni Pampinella Redattore 
Il calcio sta attraversando una fase delicata e all'orizzonte non si vede una via d'uscita

Calendari affollati, troppe partite e di conseguenza tanti infortuni. Il calcio sta attraversando una fase delicata e all'orizzonte non si vede una via d'uscita, anzi. Col Mondiale per Club (si giocherà?) previsto per l'estate 2025, alcuni giocatori saranno costretti a fare gli straordinari. "La parola d'ordine è strizzare. Fino all'ultima goccia. Fino al punto di rottura. Economico. Fisico. Sentimentale. Il calcio ha deciso di tirare dritto. Il pallone è un business, ormai è chiaro a tutti. Per raggiungere lo scopo (l'aumento del profitto) bisogna strizzare. Giocare sempre di più. Perché più partite equivalgono a più diritti tv. Quindi più sponsor. Lo spettacolo va moltiplicato. Nella speranza che non si raggiunga il livello di saturazione", è la denuncia di Massimiliano Gallo dalle colonne del Corriere dello Sport.

"I primi a saltare sono i fisici dei calciatori. Non reggono. Un tendine rotuleo di qua (Ter Stegen), un legamento crociato di là (Rodri), una distrazione al retto femorale in Italia (Barella). Il sistema è arrivato al limite. Perché oltre un certo limite il corpo non ce la fa. Anche se è il corpo di un atleta. I muscoli non si nutrono di soldi. Qui però va fatta una doverosa precisazione. In questa vicenda non ci sono buoni e cattivi. Non ci sono oppressi e oppressori. Ci vuole una robusta dose di ingenuità per mascherare i calciatori da sfruttati. Sono lavoratori dipendenti molto sui generis. È condivisibile il loro grido di dolore. Fa invece sorridere l'idea dello sciopero da parte di chi ha stipendi da quattro, cinque milioni di euro netti all'anno. Come se il calcio fosse un bene di prima necessità". 

"Il punto è che i calciatori sono una componente importante dell'ingranaggio che hanno contribuito a metter e in piedi. Con i loro procuratori. Con gli intermediari. È il sistema del libero mercato che spinge a chiedere sempre di più, anche perché dall'altra parte c'è chi quegli stipendi è disposto a pagarli. È lo stesso meccanismo che induce i presidenti a chiedere sempre più partite. In parte per coprire quegli stipendi e in parte per aumentare il loro profitto. E allora i tornei che già esistevano, vengono allungati e annacquati. Come il nuovo Mondiale per club organizzato dalla Fifa che si dovrebbe svolgere la prossima estate. E qui non possiamo non notare che il punto di rottura è anche economico se è vero che il primo bando per i diritti tv del Mondiale per club è andato deserto. Segno che la saturazione si avvicina. Il sistema non regge. L'impressione è che nessuno abbia realmente la volontà di sedersi al tavolo e trattare. Diciamo per un calcio più sostenibile. Siamo ancora alla fase del si salvi chi può".

(Corriere dello Sport)