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CdS – Chi è De Boer? Bel calcio ma non fine a se stesso; attenzione maniacale per la fase difensiva

Giovanni Montopoli

Freschezza tattica, grande lavoro con i giovani, cura della fase difensiva e incubo rossonero. A Milano arriva De Boer

Milano nel destino e il Milan avversario dai dolci ricordi. Frank De Boer è una specie di incubo per i tifosi rossoneri che non saranno contenti di trovarselo di fronte come nuovo tecnico dell’Inter nei prossimi derby. Da calciatore contro la formazione rossonera ha vinto nella finale di Vienna la Champions League e da allenatore contro il Milan di Allegri si è tolto la soddisfazione di vincere a San Siro (2-0 l’8 dicembre 2010), il giorno del suo esordio sulla panchina dei Lanceri al posto di Martin Jol.

Ama il bel calcio, ma non fine a se stesso. Cruyff lo ha influenzato, ma nella sua idea tattica ha messo anche altro. Da ex difensore, cura con attenzione la fase di non possesso e non disdegna i successi per 1-0 quando c’è da soffrire. Ama terzini che spingano (Ansaldi, Erkin e Nagatomo sono ottime soluzioni), vuole un centrocampista centrale che non sia un interditore (Medel potrebbe soffrire di questa scelta), ma un costruttore di gioco (può adattare Banega, ma è più facile che cerchi un regista sul mercato). In attacco il suo tridente è composto da una prima punta che sia abile a giocare per la squadra e due esterni che aiutino in fase offensiva (Candreva e Perisic sono il top in questo senso).

Lavora bene con i giovani e nell’Ajax ne ha lanciati diversi che poi sono arrivati fino alla nazionale. Questo l'aspetto che più piace A Thohir.

(Corriere dello Sport)