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CdS – Dalla difesa granitica a Sanchez-Del Piero: l’Inter di Conte ricorda la sua prima Juve

Alessandro De Felice

Il Corriere dello Sport confronta l'Inter di Conte alla prima Juve del tecnico leccese

È l'Inter di Conte ma sembra di rivedere la sua  Juventus. Il Corriere dello Sport analizza la squadra nerazzurra e la confronta alla prima dell'allenatore leccese sulla panchina bianconera: "Tornato in Italia, Conte non ha più avuto incertezze. Si è fatto costruire una squadra per il 3-5-2 duro e puro. Tanto che un paragone con la sua prima Juve può reggere sul piano tattico e per certi versi anche sul piano tecnico".

Poche differenze tra le due difese: "La vera grande differenza è l’appartenenza a una sola bandiera: Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini erano (sono) italiani e soprattutto juventini dentro; Handanovic-Godin-De Vrij-Skriniar sono di quattro nazionalità diverse, nessun italiano e interista dentro è solo il capitano, Handanovic. L’altra differenza, non troppo evidente, sta nel ruolo di libero-regista: Bonucci lo fa meglio di De Vrij. Ma come rabbia, come determinazione, come aggressività, come capacità di marcare (e di parare) la difesa nerazzurra non è troppo inferiore a quella bianconera".

Cambiano le caratteristiche ma resta la certezza dei gol dei centrocampisti, fondamentali per Conte: "Nella linea dei cinque, la Juve aveva Il Maestro di tutti i registi, Andrea Pirlo. Con tutta la stima che possiamo nutrire per l’interista, Brozovic non appartiene a quella categoria. Anche i primi due interni di Conte, vale a dire Vidal e Marchisio, avevano qualcosa che oggi Barella e Sensi non possono avere. Avevano più forza, più testa (Marchisio), più rabbia agonistica (Vidal). I centrocampisti del salentino devono fare gol: nei tre campionati con Conte, il cileno ne ha segnati 28, mentre Marchisio è arrivato a 19. In queste prime 5 partite, sia Sensi che e Brozovic sono già a 2 gol e hanno segnato anche gli esterni Candreva e D’Ambrosio".

In avanti, rispetto alla prima Juve Conte può contare su attaccanti in grado di garantire almeno dieci gol: "Per quella Juve erano indispensabili i gol dei centrocampisti (Pirlo nel primo anno ne fece 3, il secondo 5) perché l’attacco non era così formidabile: Matri divenne il capocannoniere della squadra con 10 reti, Vucinic non arrivò nemmeno in doppia cifra fermandosi a 9. Lautaro Martinez e Lukaku danno garanzie diverse. Conte ha voluto il belga a tutti i costi e nelle prime 5 gare l’ex Manchester ha firmato 3 gol. Nella prima Juve non aveva un centravanti di peso, uno a cui appoggiare palla per far respirare la squadra, un guerriero. Arrivò solo al terzo anno, Fernando Llorente, tecnicamente diverso da Lukaku, ma in grado di aiutare la squadra sul piano fisico e di offrire agli esterni la possibilità dei cross alti. C’è un ultimo, possibile punto di contatto fra le due squadre. Il primo anno di Conte alla Juve fu anche l’ultimo di Del Piero, che segnò 3 gol, giocando poco. Aveva 37 anni. All’Inter, il nuovo allenatore ha voluto Sanchez, un attaccante piccolo e sgusciante che in questo (non certo nel talento) si può avvicinare ad Alex. Ha 31 anni, finora ha giocato solo 17 minuti, ma i suoi gol non mancheranno".