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De Boer sta trovando più difficoltà del previsto all’Inter. Non è una questione di lingua perché su questo aspetto, nulla da dire, de Boer si sta applicando non poco per imparare l’italiano che tra l’altro già capisce. Il problema qui è la lingua... calcistica perché l’olandese e la squadra ancora non parlano la stessa. De Boer viene da un campionato diverso, quello del suo Paese, dove ha allenato l’Ajax. Anzi, è proprio cresciuto e si è formato professionalmente in una realtà diversa. Ha vinto in patria, ma, almeno per ora, non ha il carisma e l’appeal di Mancini o di Mourinho. La fiducia va conquistata giorno dopo giorno e il gruppo va “convinto” a seguirlo con il lavoro sul campo. Al momento è evidente che tra di lui e i nerazzurri non sia scattato il feeling calcistico. Si stanno ancora studiando a vicenda. E questo, intendiamoci, non vuol dire che i giocatori remino contro l’olandese. Assolutamente. E’ solo che per il momento non è ancora scattata la scintilla. Giovedì in Europa League la conferma: de Boer aveva dato la possibilità a coloro che erano stati utilizzati meno di convincerlo a schierarli di più in futuro. Bene, hanno tutti fallito la prova. In maniera netta. E la formazione iniziale, l’unica possibile per fare turn over, è stata un fiasco. Quando non si parla la stessa lingua calcistica...
(Corriere dello Sport)
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