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CorSport su Lukaku: “Romelu come tutte le vittime trasformate in colpevoli. L’Inter…”

Inter Lukaku
"L'Inter, Simone Inzaghi e i tifosi sono ovviamente dalla sua parte ma con lui c'è anche tutto il mondo civilizzato", scrive il CorSport

Matteo Pifferi

"Intanto, gioca. Oggi a Salerno. Glielo consente il regolamento, che non è né buono né cattivo, solo indifferente, e non fa distinzioni tra giusti e ingiusti, colpevoli e vittime, bianchi, neri e verdi d’invidia". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito a Romelu Lukaku, destinato ad una maglia da titolare contro la Salernitana dopo quanto accaduto a Torino.

Juventus Inter Lukaku

"Lukaku è coerente con Romelu e Romelu con Lukaku. Non riesce a lasciarsi alle spalle la stanchezza della sopportazione e fuori delle orecchie le grida di ostilità. Neppure quando quelle grida diventano balbettio selvatico, suoni gutturali di insulto livoroso, espressioni di pura stupidità e potrebbero essere tutto sommato abbandonate al loro vagare inconsulto nello spazio. Non è mai facile sopportare, neppure per i cinici e i santi. Lukaku non è nessuna delle due cose. E poi ha sensibilità per le tracce di odio e sfruttamento, pure se camuffati qui da tifo e altrove da debolezza. Sin da quando era a scuola e se gli insegnanti cercavano colpevoli per qualcosa di indisciplinato trovavano chi indicava lui e diceva: è stato il ragazzone nero. Dunque, vietato considerarlo esagerato o permaloso", commenta il CorSport che ricorda anche i cori razzisti di Cagliari nel 2019.

CorSport su Lukaku: “Romelu come tutte le vittime trasformate in colpevoli. L’Inter…”- immagine 3

"Però poi alla fine della vicenda Lukaku si ritrova solo. Come tutte le vittime trasformate in colpevoli. Come capita spesso a chi riceve il timbro della differenza, della non accettazione, nello sport e in qualsiasi altro vicolo della vita. Non proprio abbandonato, magari. Con Romelu c’è l’Inter, determinata a sostenere incoerenza e iniquità della sanzione ricevuta dal giocatore, anche se per questioni di eleganza e di appigli giuridici ha scelto di non presentare ricorso. Ci sono i tifosi, che da due giorni gli permettono di sfogarsi alla fine degli allenamenti e in più fanno da cassa di risonanza alle sue parole contro le manifestazioni di intolleranza nel calcio. È con lui il suo entourage, che pretendeva punizioni esemplari per i lanciatori di insulti e in parte è stato accontentato. È con lui, chiaro, Simone Inzaghi, che gli dà e gli domanda aiuto inguaiato com’è in campionato. Reintegrare Lukaku come reggente dell’attacco significa sfruttarne la feroce energia repressa e consegnargli un pulpito simbolico anche per la sua battaglia di educazione pubblica. E naturalmente è con lui il mondo civilizzato. Quello che sa benissimo come guerra, razzismo e discriminazioni esistano e siano esistiti e li considera malattie non da dimenticare ma da guarire", chiosa il quotidiano.

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