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Cds – MM non ha preteso nulla, ET chiaro: “Se riuscite a convincere Mancini…”

Altri retroscena, sulla clamorosa decisione presa dalla società su Mazzarri e Mancini, sono stati svelati dal Corriere dello Sport in edicola stamattina. Il quotidiano riparte da quell’incontro di un’ora tra Moratti e Thohir, andato in scena...

Dario Di Noi

Altri retroscena, sulla clamorosa decisione presa dalla società su Mazzarri e Mancini, sono stati svelati dal Corriere dello Sport in edicola stamattina. Il quotidiano riparte da quell’incontro di un’ora tra Moratti e Thohir, andato in scena lunedì, a Milano, vicino a piazza della Scala. Di sicuro, da quei 60 minuti, Moratti ne è uscito più rinfrancato, perché si è sentito più vicino all’Inter e ha rinsaldato il suo legame con il socio Thohir. Sia chiaro, però: Moratti non ha imposto alcun esonero e nemmeno l’arrivo di Mancini. Non è andata così, l’ex patron non ha preteso nulla. Però stavolta è stato coinvolto in maniera forte in una decisione chiave per il futuro del club. Ed ecco perché ieri sembrava molto sereno. La scelta Mancini ha riportato entusiasmo anche in lui, e adesso non è da escludere che, pur non felicissimo, partecipi per il suo 29,5% alla ricapitalizzazione richiesta da Thohir.

“Nell’incontro di lunedì” - racconta sempre il Cds - “lo stesso Moratti ha ribadito a Thohir che con Mazzarri non si poteva più andare avanti, soprattutto per motivi ambientali. L’indonesiano ha realizzato che, nonostante la prova tutto sommato positiva contro il Verona, forse era il caso di ascoltare il socio, ma anche (e soprattutto) la parte di se stesso che gli diceva da tempo che era arrivata l’ora di procedere al primo cambio di allenatore della sua esperienza interista. Neppure Thohir sopportava quel clima di contestazione costante che il popolo nerazzurro aveva creato a San Siro, quei fischi continui e incessanti a Mazzarri che però condizionavano i giocatori. Aveva sperato che la situazione potesse cambiare, ma alla fine si è arreso”.

Moratti, insomma, ha dato un'ulteriore spinta all’esonero, ma l’ultima parola è stata di Thohir. Mercoledì, prima di partire, il numero uno indonesiano ha incontrato Bolingbroke, Fassone e Ausilio, e lì ha dettato la nuova linea: «Mazzarri si cambia solo se possiamo arrivare a un allenatore con cui programmare il futuro. Non voglio un traghettatore, ma il tecnico dell’Inter anche per le prossime stagioni. Se riuscite a convincere Mancini...»: questo il senso del discorso del presidente. Da lì, è partita l’operazione Mancini: fino a giovedì pomeriggio, sembrava che la fumata bianca non dovesse arrivare, addirittura in corso Vittorio Emanuele vigeva il pessimismo. Poi, tuttavia, c’è stata l’accelerazione decisiva. «Possiamo parlarne»: queste le brevi parole firmate Mancini, quelle da cui è nata la sua seconda storica era nerazzurra.