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Cds – Murillo vale già  quanto Romagnoli. Icardi? Da 13 mln a 40 minimo. I riscatti…

Riccardo Fusato

La sifda tra i primi della classe di lunedì sera tra Napoli e Inter,oltre a valere per lo scudetto, è anche uno scontro tra due società che, figlie dei progetti dei loro presidenti, hanno visto aumentare consistentemente il loro valore...

La sifda tra i primi della classe di lunedì sera tra Napoli e Inter,oltre a valere per lo scudetto, è anche uno scontro tra due società che, figlie dei progetti dei loro presidenti, hanno visto aumentare consistentemente il loro valore economico

In casa nerazzurra, ad esempio, il valore della squadra si è alzato nettamente rispetto ad un paio di anni fa ma Mancini continua a tenere un profilo molto basso. Certo, la squadra nerazzurra non è la corazzata di campioni che qualche anno fa conquistava uno scudetto dopo l’altro, tuttavia Thohir, stimolato dal tecnico di Jesi, ha aggiunto una serie di gioielli che hanno fatto schizzare in alto il valore della rosa.

Gli investimenti estivi sono stati molto importanti,primi tra tutti quelli per portare a Milano Kondogbia (31 milioni più 6 di bonus) anche se ad oggi il francese è ancora un progetto di prospettiva. Certo, era parecchio tempo che dalle parti di Appiano non si investiva così tanto per un giocatore.

Ma il club nerazzurro ha avuto il merito di investire una cifra adeguata (13 milioni) per poi far esplodere definitivamente il suo diamante più prezioso, ovvero Icardi, per cui l’Inter, oggi, non prenderebbe in considerazione offerte inferiori ai 40 milioni.

Questo avvio scintillante di campionato, con la difesa in particolare sugli scudi, ha rilanciato alla grande Handanovic, che ha di fatto già rinnovato il suo contratto fino al 2019 ed è quindi tornato a toccare una quotazione di 20 milioni. Ma il più clamoroso rialzo non può che essere quello di Murillo, prenotato da quasi un anno e pagato 8 milioni più uno di bonus. E’ uno dei segreti di questa Inter e con i soli 23 anni ora ha un valore almeno pari a quello di Romagnoli, più giovane ma non ancora capace di esprimersi sugli stessi livelli.

Curioso il fatto che diversi elementi dell’organico di Mancini non sono ancora di proprietà nerazzurra. I vari Dodò, Miranda, Brozovic e Jovetic lo diventeranno certamente perché ai loro prestiti è associato pure l’obbligo di riscatto, formula utile per rinviare pagamenti e ammortamenti. Un punto di domanda, invece, rimane sui Telles e Ljajic, per cui corso Vittorio Emanuele ha soltanto il diritto di acquistarli a titolo definitivo. Peraltro, a cifre piuttosto consistenti.