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A un mister è chiesto di essere un tecnico con una sua visione di gioco vincente; deve essere un padre che insegna il rispetto delle regole e infonde sicurezza, crescendo così ragazzi indipendenti; deve essere uno psicologo che stabilisce empatia con la squadra; deve essere un motivatore che preserva dai momenti di sconforto. Non ultimo, al mister è chiesto di saper sostenere il ruolo del capro espiatorio quando le cose in campo vanno male. Secondo il Corriere dello Sport, gli italiani hanno ben presente questi aspetti e riconoscono all’allenatore un ruolo e un valore ben definiti, indipendenti da quelli dei giocatori della squadra che guida: se un mister è forte lo si vede anche in una squadra con giocatori di medio livello, questo pensa un italiano su due (48%). Non a caso il mister ha una buona fetta del merito, per un italiano su tre (32%) addirittura oltre la metà della torta. Guardando al calcio, nella sua massima serie, abbiamo chiesto agli italiani chi è il mister che meglio rispecchia questa immagine.
Non stupisce che la prima scelta, guidata sia dalla fede calcistica che dal palmarès, cada su Massimiliano Allegri (54%). Più interessante osservare invece gli altri gradini del podio: al secondo posto l’unico mister “ancora in tuta”, Sarri, con le preferenze del 49% degli appassionati di calcio e al terzo posto Spalletti (27%) chiamato a ridefinire le sorti di una squadra che di campioni è piena ma che nonostante ciò fatica a raccogliere in termini di vittorie quanto ha seminato in termini di investimento economico.
(Fonte: Nando Pagnoncelli, Corriere dello Sport 13/10/17)
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