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Partita cruciale, quella di stasera per l'Inter contro il Napoli. In casa nerazzurra gli alibi sono finiti e al termine di una settimana di ritiro Stefano Pioli non ha mostrato dubbi: «In questi giorni abbiamo lavorato bene e ci siamo concentrati sulle situazioni che ci stanno penalizzando. Ho visto l’attenzione giusta per superare un momento delicato». Perché di questo si tratta: momento delicato. Per la squadra e per lui. «Si è parlato troppo del mio futuro e invece conta soltanto come finiremo questa stagione: abbiamo l’obbligo di chiuderla al meglio perché se il campionato terminasse ora, non saremmo soddisfatti. Le mie dimissioni dopo Firenze? Non le ho mai presentate e non lo farò mai». Bugia innocente e “necessaria” perché confermare a 24 ore dal match nel quale l’Inter si gioca le ultime chance di sesto posto che aveva pensato di abbandonare la nave che colava a picco, non sarebbe stato un bel segnale. In realtà, però, Pioli il mandato ai dirigenti lo aveva rimesso. Poi che la società abbia scelto di non accettare le dimissioni e che Steven Zhang lo abbia abbracciato prima della partenza del pullman dal Franchi (certo non si congratulava per la bella prestazione...), è un altro discorso. Anche la squadra era a conoscenza di quello che stava succedendo e alcuni calciatori avevano interpretato i due giorni di riposo (domenica e lunedì scorsi) come propedeutici a nuovi colloqui tra la dirigenza e il tecnico, magari all’arrivo di un sostituto (Vecchi).
(Corriere dello Sport)
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