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L’esordio dell’Inter è stato brutto, tanto brutto, così brutto, che sembra difficile in questo momento fare a meno di parlarne. La partita regalata ad un buon Chievo ha fatto esplodere ogni tipo di dubbio su una squadra che nessuno ancora conosce, essendo guidata dal nuovo allenatore da appena 12 giorni.
Il Corriere dello Sport ha analizzato la prima prova di Frank De Boer, evidenziandone alcuni errori. "Un anno fa l’Inter giocava male - scrive il Corriere - ma aveva tanta forza, tanti muscoli e soprattutto era tanto concreta. La prima Inter del nuovo campionato ha continuato a giocare male ma ha perso forza, muscoli e concretezza. Le altre grandi ci sono tutte, pur con incertezze varie (Napoli) e alternando momenti di splendore ad altri di difficoltà (Roma). Se si può fare un confronto col campionato scorso è che adesso c’è pure il Milan, assai più creativo sotto la guida di Montella. La conferma, invece, è che per ora non c’è l’Inter. Le attenuanti non mancano, il tempo a disposizione di De Boer è assai ridotto rispetto a quello di Montella e degli altri tecnici che, a differenza dell’olandese, conoscono da tempo il calcio italiano, alcuni da sempre. Ma questo aspetto ha anche una lettura diversa, quasi opposta: se De Boer non conosce ancora bene la Serie A, se non può avere ancora un’idea precisa della sua squadra, perché mai si è inventato una formazione e un modulo di quel tipo? Lui stesso non può avere dei riferimenti precisi e in quel modo li ha tolti anche alla squadra. E’ sembrata una forzatura, ancor prima di un’idea sbagliata. Ma forse c’era anche qualcos’altro, c’era il desiderio di stupire, di far vedere che basta poco per cambiare faccia a una squadra. Ma non è così, non può essere così. Se già prima il suo lavoro era difficile, adesso, con le scelte di Verona, se l’è complicato ancora di più. De Boer dice che fra qualche mese potrà stabilire l’obiettivo dell’Inter, lo scudetto o la zona-Champions. Il Chievo, intanto, ha stabilito una verità: così l’Inter non va da nessuna parte".
Lo stesso quotidiano romano ha poi analizzato le chiavi della sconfitta, rimarcando 6 punti:
- innanzitutto un Chievo messo nelle migliori condizioni per fare male. Non c’è modo più sbagliato per affrontare i veronesi, non c’è modo migliore per metterli a proprio agio: problema tattico evidente;
- la difesa a 3 è stata un’idea azzardata, e ad impostare non c’era nessuno: con questi uomini la scelta è inspiegabile, con Ranocchia messo a fare il Bonucci e i due al suo fianco decisamente spaesati. In più Medel in regia: praticamente nessuna speranza di gioco dalla retroguardia;
- la tournèe e i lunghi viaggi, insomma un’estate massacrante;
- una manovra senza qualità, a centrocampo le cose non hanno funzionato: Medel davanti a questa difesa a 3 è un qualcosa che nemmeno il più difensivista tra tutti i difensivisti avrebbe potuto immaginare;
- nessun cambio in corsa nonostante le difficoltà, soprattutto al modulo evidentemente sbagliato. L’Inter vista nel primo tempo doveva già essere ribaltata e cambiata, ci voleva una mossa in grado di cambiarla. Al contrario, l’Inter ha proseguito così fino alla fine, senza alcun ritocco
- Perisic doveva essere titolare, non la prima sostituzione per un Candreva con 45 minuti nelle gambe. Oltretutto, l’ex Lazio era abituato a giocare in 4-3-3 con le spalle sempre coperte. Consegnare nelle sue mani l’intera fascia, ora che non è al meglio, è stato un errore.
(Corriere dello Sport)
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