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Ai microfoni di TuttoBolognaweb.it ha parlato Luca Cecconi, ex giocatore ed ex allenatore rossoblù. Una chiacchierata a tutto tondo sul momento difficile della squadra e con una lotta salvezza che entra nel vivo a sette giornate dalla fine.
Luca Cecconi, il Bologna è in piena lotta per la salvezza e sabato sale a San Siro per affrontare l'Inter. Partita difficile. "Bisognerà andare a San Siro e sperare semplicemente di fare punti, non sarà una partita facile ma i ragazzi dovranno dare il massimo delle loro capacità e verificare alla fine quale sarà il risultato".
Dopo le deludenti prestazioni di Livorno e Verona, contro l'Atalanta sembrerebbe esserci stato un piccolo passo avanti. "Diciamo che la squadra ha giocato, fino alla trequarti qualcosa è stato prodotto ma permane l'enorme difficoltà nel fare goal e tirare in porta. Lo spirito non mi è sembrato male perché sotto di due goal la squadra avrebbe potuto mollare definitivamente gli ormeggi".
Ma se il Bologna avesse avuto lo stesso spirito anche negli scontri diretti, avrebbe qualche punto in più? "Non credo sia corretto fare paragoni, la squadra ha cercato di fare quello che era nelle sue possibilità, il problema è che ci sono enormi limiti a livello di rosa e in questo momento la truppa non si sente in grado di fare qualcosa. E' importante scendere in campo con la convinzione di essere capaci di incidere sulla partita, il Bologna ora non sente tutto questo".
Veniamo a Ballardini, è partito con un modulo molto difensivo e compatto poi ha mischiato un po' le carte ma la squadra non ha reagito ai cambiamenti. "Quando Ballardini è arrivato il calendario del Bologna era molto complicato, soprattutto si affrontavano squadre "obbligate" a fare la partita e quindi era più facile mettersi dietro e aspettare sfruttando gli spazi. In effetti il primo Bologna di Ballardini era più compatto ma inevitabilmente era chiaro che sarebbe andato in difficoltà quando la tattica avrebbe subito una modifica: passare dall'aspettare dietro a fare la partita e gioco. Sotto questo aspetto la perdita di Diamanti è grave perché ora il Bologna è costretto ad attaccare con più uomini per essere pericoloso, mentre prima poteva farlo con l'utilizzo di meno giocatori ma quei pochi ti davano la qualità di cui avevi bisogno. Adesso l'unico in grado di creare qualcosa è Lazaros".
La società ha anche scelto la via del ritiro per dare una scossa alla squadra, secondo lei è servita? "Il ritiro non serve più, una volta serviva perché i giocatori stavano assieme e creavano una piccola comunità anche giocando a carte tra di loro, ora invece, terminato l'allenamento, ognuno va nelle sue stanze con i telefonini e i pc. Sono più i disagi che i benefici, anche perché ti alleni in campi diversi da quelli che sfrutti a Casteldebole e in più i calciatori sono lontani dalle loro abitudini e dai loro cari".
Dopo le recenti sconfitte si è parlato anche di un possibile esonero di Ballardini e di un clamoroso ritorno di Pioli. Che ne pensa? "Credo non sia producente richiamare Pioli, Ballardini ha sicuramente commesso qualche errore di formazione e di modulo e la squadra ora ha bisogno di certezze, abitudini e chiarezza. Davide dovrebbe battezzare un modulo e andare avanti con quello, in questo modo la squadra può contare su dei punti fermi. Meglio quindi continuare con Ballardini che ora può capire come e dove intervenire sulla squadra e sistemare alcuni aspetti che non hanno funzionato. Cambiare allenatore creerebbe uno scombussolamento inutile".
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