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Cerruti (GdS): “Inter confusa e senza soldi. Serve l’addio del sopravvalutato. Mancio resta ma…”

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, prova a fare chiarezza sul momento di difficoltà che sta incontrando l’Inter sul mercato: “Capisco le preoccupazioni dei tifosi dell’Inter, che negli ultimi due...

Riccardo Fusato

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, prova a fare chiarezza sul momento di difficoltà che sta incontrando l'Inter sul mercato: "Capisco le preoccupazioni dei tifosi dell’Inter, che negli ultimi due anni (da parte di Thohir) e negli ultimi due mesi (da parte di Mancini) hanno ricevuto tante promesse per il futuro. La squadra dei giovani con età media di 26,5 anni, annunciata dal nuovo presidente, è già un sogno interrotto visto che nel frattempo è arrivato e subito ripartito il trentenne Podolski, ma visto soprattutto che tra gli obiettivi per la prossima stagione ci sono Thiago Motta (33 anni il 28 agosto) e Felipe Melo (32 anni tra dieci giorni), mentre è sfumato l’acquisto di un altro centrocampista con un grande avvenire dietro le spalle, il trentaduenne Yayà Tourè.

Evidentemente il fascino di Mancini, che ha ipnotizzato tutti continuando a parlare del futuro per sorvolare sul suo ritorno fin qui fallimentare, ha contagiato anche Thohir. Ma il vero problema non è tanto il cambiamento di strategia, quanto la confusione di idee con cui si sta muovendo l’Inter, rispetto alla Juventus e al Milan che hanno già individuato, e in parte raggiunto, obiettivi precisi.

Rileggere, per credere, tutti i nomi accostati fin qui ai nerazzurri: Dybala, Tourè, Motta, Melo, Cech, Mbia, Kondogbia, Imbula, Kranevitter, Montoya, Rudiger, Miranda, Benatia, Cuadrado, Chicharito, Eder, Salah. Il totale fa 17 e chiedo scusa se ne dimentico qualcuno, mentre è impossibile dimenticare l’unico vero acquisto: il difensore colombiano Murillo, ancora tutto da scoprire.

A scanso di equivoci, per giustificare le difficoltà non vale l’alibi che l’Inter non partecipa alle coppe perché - a parte il fatto che forse sarà ripescata in Europa League – Martinez, già protagonista con il Porto in Champions, ha accettato di trasferirsi al Milan, escluso dall’Europa. Se l’Inter è in ritardo, la colpa è soprattutto della mancanza di soldi da investire, tanto è vero che la cessione del sopravvalutato Kovacic, anonimo anche con la sua Croazia, potrebbe garantire liquidità fondamentale.

La domanda chiave, però, è un’altra. Come può pensare di correre per lo scudetto, o quantomeno per il terzo posto, una squadra che è arrivata ottava e che malgrado l’invocata cura-Mancini, con cinque acquisti in più, ha fatto peggio che con Mazzarri, perdendo 8 partite su 27, eliminata dalla Coppa Italia e dall’Europa League? La risposta l’aveva fornita lo stesso Mancini, anche se poi ha confessato che la sua era una battuta: cambiando cioè 8-9 giocatori. A cominciare dalla difesa tutta da rifare, perché se il capitano Ranocchia ha fatto la riserva in Croazia, per scelta tecnica, c’è poco da stare allegri. Ben venga dunque l’ottimismo di Mancini, ma stavolta alle promesse dovranno seguire i fatti perché il tecnico si è impegnato con se stesso prima ancora che con i tifosi. È da escludere che se ne vada come un anno fa, quando lasciò il Galatasaray deluso per la campagna acquisti. Nessuno, però, può fare miracoli. E se l’Inter non verrà rinforzata in tutti i reparti, il primo a pentirsi delle sue promesse sarà proprio Mancini. "